lunedì 2 ottobre 2023

Avendo incontrato diversi maestri del sufismo nel corso di tre decenni


Avendo incontrato diversi maestri del suismo nel corso di tre decenni, non ho mai conosciuto un solo maestro sufi tradizionale, originario dalla nascita di un paese di cultura musulmana, e non un convertito o uno che è nato o che vive in Occidente, che abbia mai fatto discorsi di unità trascendente delle religioni o di perennialismo. Mi è capitato di conversare a lungo con studiosi sufi della scuola di Ibn Arabi, o meglio, appartenenti a varie confraternite e che cercano di conoscere gli insegnamenti di Ibn Arabi tramite lo studio sistematico e meditato delle opere del Maestro, che hanno affermato con assoluta energia che Ibn Arabi riconosceva solo e soltanto l’Islam, e che ogni altra interpretazione è falsa o tendenziosa. Sembra che il modo di pensare che porta a credere o di parlare in termini di pluralismo religioso, nel senso di accettazione della validità attuale e simultanea di divere tradizioni religiose, sia praticamente completamente assente nell’Islam. Probabilmente questa teoria, profonda e bellissima ed assai edificante da un punto di vista della armonia religiosa universale, è utile per aiutare a comprendere l’Islam nel mondo occidentale, moderno e relativista religioso e pluralista di mentalità, e ciò vale anche per musulmani liberali e modernizzati o parzialmente occidentalizzati, sia che si trovino nel mondo musulmano che in Occidente a vivere. Per quanto riguarda poi molti supposti studiosi o esperti di Ibn Arabi in Occidente, essi spesso non sono musulmani, o sono musulmani che non pregano, o sono musulmani che pregano e poi negano intere parti della giurisprudenza tradizionale islamica ( per esempio il velo per le donne e molto altro, considerate con disprezzo regole esteriori non vincolanti ). Ibn Arabi invece rispettava e praticava e considerava obbligatoria la Sharia in ogni suo aspetto. Tutto ciò che dico è soltanto la mia molto limitata esperienza diretta e personale, e può benissimo darsi che ci sono infinte cose che ignoro e che non conosco e che io mi sbagli.

 Roberto Minichini

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