giovedì 23 novembre 2023

Tutti dicevano male di quell’uomo, e tutti facevano pettegolezzi (Roberto Minichini)


Tutti dicevano male di quell’uomo, e tutti facevano pettegolezzi. Come era convinzione spesso espressa di un mio amico che lavorava per la polizia tedesca, il pettegolezzo è l’arma dei vigliacchi. E nella sua lunga esperienza professionale il 95% dei pettegolezzi risultavano soltanto calunnie e pesanti distorsioni. Quando incontrai per la prima volta quel signore non sapevo neanche di trovarmi di fronte a lui, ma avevo capito ben presto di trovarmi di fronte a un gentiluomo e a uno spirito aristocratico appartenente a una epoca storica passata. Infatti aveva oltre novanta anni, ed era in piena forma, non gli avrei dato più di settanta anni, e anche il suo volto, il suo modo di esprimersi e i suoi movimenti non avevano più nulla a che fare con la società a noi contemporanea. Era stato un politico, poi caduto in disgrazia, per il resto della vita avrebbe fatto prima il giurista e poi il dirigente industriale. Noto collezionista d’arte locale, era anche bibliofilo ma mi confessò subito che in vita sua non aveva mai avuto il tempo e neanche la volontà di leggere libri, che invece preferiva ascoltare musica, andare al cinema e tenersi informato tramite giornali e riviste. Si era sposato tre volte durante la vita ed aveva ben undici fra figli e figlie, ma da oltre quindici anni era solo, circondato solo dai domestici. Mi diede alcuni consigli, in quanto anziano ed ieratico patriarca germanico, e di me diceva: lei è una anima germanizzata, è un tedesco e la tratto come tale. Mi dava del lei e non avevo neanche diciotto anni, e poi quello che mi aveva detto avrebbe fatto ridere tutte le persone che conoscevo. Ma ovviamente d’avanti lui rimasi rispettoso, e capivo che in lui parlava l’età e anche il fatto che viveva fuori dalla società, una specie di ricco e autoritario, ma anche dall’aria molto autorevole, eremita. Dei consigli non mi ricordo, solo alcuni. Per esempio che in epoca moderna non conviene sposarsi, che studiare la matematica, le scienze naturali, la tecnologia e l’economia era molto più importante e difficile e che dava risultati maggiori che dedicarsi ad altri campi di studi. Inoltre affermava che l’arte figurativa e la musica sono linguaggi universali e che ciò dimostra che l’umanità ha una unica origine e rappresenta una unica famiglia. Poi mi disse che anche la migliore politica è una pessima cosa e che finché ci saranno politici ci saranno ingiustizie, conflitti, ideologie stupide e il dominio dell’uomo sull’uomo. Quando si concluse il nostro incontro mi chiese se volevo un autografo con dedica. Gli dissi di no, non c’era bisogno. Solo molti anni dopo avrei che l’uomo in questione era un pezzo di storia tedesca a modo suo, che aveva conosciuto di persona Martin Heidegger, Konrad Adenauer e che si dava del tu con Helmut Schmidt. Lui stimava molto Schmidt, grande e molto importante uomo politico tedesco del Partito Socialdemocratico, e diceva di lui che era un genio e un uomo onesto e che tutto il suo essere era basato sulla etica e sul dovere di servire lo Stato. Allora io gli dissi che quindi ci sono anche politici buoni. E lui rispose sorridendo: potrebbe essere, a volte è possibile. Mi diede una energica stretta di mano ridendo e si allontanò dicendo: Viva l’Italia, la vostra squadra di calcio è meglio della nostra, e per questo ed altro invidio voi italiani. Io a quel tempo ancora non sapevo se ero italiano o meno, ma evidentemente il mio cognome mi segna. Mentre si allontanava non potei fare a meno di gridarli: ora sono diventato italiano, non più tedesco? E lui gridò, ormai abbastanza lontano: italiano germanizzato, italiano germanizzato!

 

Roberto Minichini, Gorizia, novembre 2023

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