Noi qui trascriviamo le visioni di O.P, veggente dilettante e medium dalla nascita
La prigione è una brutta esperienza, anche se tempra il
carattere di noi finti umanisti.
Bisogna puntare dritti al fallimento esistenziale, è
facilmente raggiungibile, forse.
Come un criceto che gira sempre con la stessa ruota attorno
a se stesso. Questo film mi è gia noto, sono un vecchio reduce delle imprese
inutili, sempre sconfitto. Il mondo è un posto schifoso, una specie di freddo
inferno a tempo determinato.
Durante la doccia avverto una sensazione di gelo estremo e
comincio a tremare dai brividi. Il sapone che mi hanno dato è minuscolo e mi
scivola dalle mani. Il posto è di una bruttezza e di una atmosfera negativa
terribile. Mi guardo allo specchio mentre mi infilo nella tuta di prigioniero e
mi metto a ridere. Una guardia entra e mi urla addosso: se vuoi ti faccio
passare io la voglia di ridere, non sei qui per ridere, capito?
Ora mi hanno chiuso in questa scomoda, per molte ore buia,
ed umida cella puzzolente. Anche il letto puzza, e le guardie sono sempre
ubriache.
Sono vittima di un anziano prete quasi novantenne
completamente pazzo, che mi ha accusato di fornicazione, magia, eresia.
La geomanzia mi ha sempre dato molte soddisfazioni, e cosi
anche la magia planetaria e le sedute spiritiche.
Siamo indifferenti di stare chiusi in questa cella, non
siamo servi della vita comoda o dei piaceri. Noi siamo la incarnazione del
fanatismo assoluto, niente ci rende tristi, niente ci rende sereni, non abbiamo
attaccamenti, siamo privi di sentimenti umani. Noi siamo disumani, siamo angeli
del rigore divino di Saturno il magnifico.
Lo sapevo che non poteva durare, questa finta fortuna. Il
giorno prima ricevuto ai vertici, per leggere poesie che non interessano
proprio a nessuno, tantomeno questi politicanti arrivisti, e non so cosa ho
detto durante la gran riunione e il ricevimento a cena dopo, ma qualcuno si è
arrabbiato come una bestia feroce con me. Poi il giorno dopo prelevato
brutalmente e buttato in questo schifo di buco alla fine del mondo. Fa piacere
sapere che non ci sono avvocati, anche perché non ci sono accuse, e che la prigione
ufficialmente non esiste, è un luogo di detenzione segreto.
Correre liberi per i campi pieni di fiori, salutare con
felicità il sole, sedersi a mangiare sotto un grande e vecchio albero. Solo un
sogno, il risveglio è un trauma. Buio, freddo, un odore di morte ovunque,
impalpabile.
Quella fanatica della madre delle mie figlie potrebbe farmi
uscire da questa cella con una sola telefonata, invece non muove un dito e mi
fa marcire. Il prete anziano quasi novantenne e fanatico più di lei le ha fatto
l’indottrinamento contro di me, inoltre è patologicamente gelosa. Ho detto
mille volte alle guardie che non mangio carne di maiale e invece mi servono
solo piatti pieni di maiale!
Forse il paradiso è una piccola biblioteca con delle piante
carine, e forse un poco di amore e preghiera. E forse questo paradiso non è
lontano e non costa troppo.
Finalmente tutto finisce, un’altra volta senza apparente
motivo. Sono libero, spaesato, a camminare in mezzo alle strade che non
riconosco più. Difficoltà di orientamento, faccio grande fatica a parlare con
spontaneità, mi blocco, e qualcuno mi guarda strano. Ha fatto la telefonata, la
donna, la grande fanatica, madre delle mie figlie ed ora scomparsa, e subito
l’universo si è trasformato e le guardie sono diventate molto gentili e quasi
servili. Mi viene messo un biglietto nella mano, da una donna bellissima, per
strada, una donna che non ho mai visto prima in vita mia. Riconosco la
calligrafia di lei, c’è solo scritta una sola parola: Idiota.
Roberto Minichini, Gorizia, novembre 2023
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