Fu una piccola libreria, proprio nel centro della bella cittadina tedesca, aveva tutto, in particolare ciò che il cuore di un quasi adolescente desidera leggere.
Spesso nei testi si parlava di accontentarsi di poco, di
concentrarsi a lungo sui particolari delle cose semplici e quotidiane e di
ridurre le ambizioni, cercando una vita senza pretese e serena.
Il professore di inglese era stato troppo giovane per fare
la seconda guerra mondiale e troppo vecchio per non averla vissuta, infatti se
ne ricordava di continuo con immensa tristezza.
Giocare a pallone con i compagni di classe e correre per i
prati per vedere chi è più veloce e resistente, cercare di imparare a giocare a
tennis e a golf senza alcun successo.
Non riuscivo a capire la differenza fra cattolici e
protestanti. Come bambino di origine italiana ero considerato quasi un parente
del Papa. Il problema era che non sapevo neanche cosa fosse un Papa. Mia madre
diceva di credere in Dio ma non ai preti e nessuno della famiglia aveva mai
visto una chiesa. Eppure, in quanto di origine italiana, io dovevo per forza
rappresentare il cattolicesimo. Inoltre dovevo sicuramente saper cantare bene e
guidare una gondola ed essere un donnaiolo, e raccontare tante barzellette e
ridere sempre. Non ridevo mai e non sapevo cantare, non sapevo di cosa i miei
coetanei tedeschi stessero parlando con cosi tanta certezza.
Leggevo una voluminosa biografia su Mozart che non avevo
neanche dieci anni. Era stampata in Austria, cosi c’era scritto e io non sapevo
cosa fosse l’Austria, o meglio, la Repubblica di Austria, e non sapevo dove
fosse Salisburgo, per esempio. Non chiesi a nessuno, in quanto mi vergognavo di
risultare ignorante.
L’insegnante di musica privato che avevo era burbero e
severissimo, ed era già anziano. Lui si era fatto tutta la seconda guerra
mondiale nelle truppe tedesche come ufficiale, con la Wehrmacht era stato in
Francia, Polonia, Grecia, Jugoslavia, Unione Sovietica e persino in Italia è
stato. Diceva che mettere una divisa a un essere umano e costringerlo ad
obbedire agli ordini come uno schiavo, per soddisfare le ambizioni criminali di
dittatori e politici cinici, era come stare in una specie di inferno su cui non
si ha nessun controllo. Per questo mi diceva di non obbedire mai a nessuno.
Infatti io non obbedivo neanche a lui e non studiavo niente.
Roberto Minichini, Gorizia, novembre 2023
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