martedì 15 ottobre 2024

Oramai (Poesia di Roberto Minichini)


Oramai

Siamo diventati

Come delle fredde bare

Abbandonate e dimenticate

Sotto una pioggia sgradevole incessante

In un posto squallido ed insignificante

Vicino alla periferia orrenda e grigia

Di una città di cui non mi ricordo il nome

Non sono interessato, in quanto sono molto cattivo

A questi incontri con i bambini e le bambine

Che neanche sanno chi sono

Mentre mi urlano attorno

Le pochissime volte che li incontro

La mia mente è assente

E il mio spirito è estraniato

Vengono dei cani a leccarmi le mani

Ma io sono sotto ipnosi

Mi sono seduto sopra un grasso gatto nero

Sono assediato da galline ed anatre

Maiali, mucche, capre mi perseguitano

Le dame vecchie, assai truccate e con i capelli colorati

Vogliono i miei sguardi libidinosi e i miei complimenti

Fattemi scappare da qua

Trattasi di un museo del grottesco

Non dovete accusarmi, poi

Se mi rifugio nella grappa analcolica

Fra le braccia di concubine mercenarie

E sono sempre nei ristoranti a banchettare

Cibo popolare, grasso e puzzolente

A buon mercato e molto abbondante

Ho rinnegato amicizie e parentela

Abbandonato amanti

Fatto saltare tutti i ponti dietro di me

Eretto muri e filo spinato

E quando parlo, se parlo

Non sono io

Avrei voluto fare il critico letterario in Germania

Recensendo stupidi romanzi privi di qualità

Oppure il pittore nudista di nature morte

Facendo tanti viaggi in Scandinavia

Ma chi pretende di poter decidere della propria vita

Non conosce la vita

E crede ancora che ci sia un senso nella vita

Il dado è tratto

 

Roberto Minichini, Gorizia, ottobre 2024

Nessun commento:

Posta un commento