Fratello
Che la tua barba possa
Profumare sempre di muschio
Anche tu sei in attesa
Fra le montagne dei curdi in Anatolia
Della schiera impressionante
Dei demoni volanti?
Essi combattono
Grazie al trucco vile
Della tecnologia
Non sono uomini onorevoli
Che sanno essere guerrieri e virili
E lottare con spade e scudi
A cavallo, e con le barbe lunghe
Gli uomini senza barba
Sono una barbarie
E un crimine di guerra
Sono vecchi tiranni assettati di potere
Nazionalisti, etnocentrici, sadici
Settari, deviati, moralmente ciechi
Amano colonizzare ed invadere
Distruggere, dominare
Avere sempre ragione
Non accettare critiche
Essi si credono superiori
E dicono di lottare contro gli incivili
Che non si vogliono sottomettere
Al loro regno del male
Vecchi tiranni megalomani imperialisti
E si fanno pagare tutto
Dalla plutocrazia senza nome
Dal capitalismo digitale infernale
Dalla orrenda società di massa globale
Fratello, abbracciarmi
Questa vita terrena è una illusione futile
Esiste il paradiso e l’inferno
La fede vera e la miscredenza deviata
La virtù e il vizio
E la virtù è il monoteismo
Il cuore puro e la preghiera
Abbiamo le barbe lunghe
I cavalli bellissimi
Non geneticamente modificati
Spade teocratiche, medievali, oscurantiste
I santi, i pazzi, i sapienti
Le grandi famiglie, piene di figli
Il nostro futuro, il nostro amore
Odiamo la modernità e gli illuministi
La massoneria e l’alta finanza
Ed amiamo le montagne dell’Anatolia
Il misticismo dei sufi
Dei dervisci danzanti
Il sultanato ottomano
La giurisprudenza sacra di Abu Hanifa
Il retto sentiero della vera religione
Che non si fa immagini
Distrugge gli idoli
Anche quelli dell’etnocentrismo arrogante
Ed attendiamo il Giorno del Giudizio
Bevendo il vino paradisiaco puro
Della gnosi abramitica muhammadiana
Ripetendo di continuo, all’infinito
I Nomi Divini
Roberto Minichini, Gorizia, ottobre 2024
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