Oh, si
La sindrome della Regina
Fin troppo diffusa
In un’epoca in cui sono tutti
Contro la monarchia
Può essere un fenomeno strambo
Di massificazione grottesca
Di un pianeta sempre più artificiale
Mentre noi reazionari sinceri
Che siamo monarchici nell’anima
In un’epoca in cui nessuno
Può essere degno di essere re
Siamo nel monastero
Con la barba lunga
Sempre più bianca
Di vecchio saggio e santo
Erotomane gnostico ermetico
Qui, a litigare nel freddo gelido
Con preti pazzi su questioni teologiche
E mi ricordo le notti infernali
A fare a pugni con un asceta fanatico
Un incubo durato mesi
Che sembrava non finire mai
E alla fine l’antico monastero
Era ridotto in rovine tristissime
E solo una giovane donna eroica
Mi ha tirato fuori
In quanto anche l’amore ha i suoi diritti
Non solo l’alta sapienza metafisica
Ero sempre seguito da cani neri
E lei li ha esorcizzati con le sue mani sante
Ed abbiamo copulato intensamente
Producendo diversi frutti
Poche sono le Regine autentiche
In decadente epoca repubblicana
E grazie a Dio
Mi è apparsa una
Che sembra uscita davvero
Da un medioevo mitico
Ma un dissidio teologico aspro
Ci ha separato
E lo spirito di grande inquisitore
Che domina il mio daimon
Ha preso l’allucinante sopravvento
Per cui ora sono solo
A passare di rosa in rosa
Ma tutto ciò è eresia e deviazione
Peccato basso ed immondo
E come diceva il mio maestro spirituale
L’albero si riconosce dai frutti
Porgi l’altra guancia, figliolo
E io quando porgo l’altra guancia
Prendo calci nel sedere
So però
Che la dura vita
Degli aspiranti santi peccatori
Può essere tutta solo spine
Roberto Minichini, Gorizia, ottobre 2024
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