mercoledì 13 marzo 2024

Un filosofo poco filosofico (Roberto Minichini)

Friedrich Nietzsche è seduto nella stanza da almeno un’ora. Parla lentamente, a voce bassa, con lo sguardo fisso davanti a se stesso, immerso a specchiarsi in uno specchio inesistente. Ogni tanto gira la sua grande ed ieratica testa di profeta folle, non si capisce il motivo, è come se sentisse delle voci che lo chiamano, sembra sotto l’influenza di strani spiriti o demoni oscuri che sussurrano delle frasi solo a lui udibili. A tratti ho un ricordo di un incontro precedente avuto con lui, ci siamo già conosciuti da qualche parte, non è la prima volta che converso con lui. Egli è un vero tedesco, di quelli che non esistono più, dal parlare e dall’argomentare caratteristico, lo è per natura, anche se magari non vorrebbe essere percepito solo come tale, ma vorrebbe essere il messaggero di Zarathustra, l’annunciatore di una nuova epoca. Mi racconta della sua permanenza nel purgatorio degli iconoclasti ed afferma che il purgatorio è un posto molto migliore del mondo terreno. Poi mi chiede come sta il suo cavallo, quel gentile animale che lui ha abbracciato quel tragico a Torino molto tempo fa. Gli dico che il suo cavallo sta bene. I suoi occhi per un momento sembrano felici. Solo gli animali possono donare serenità allo spirito di uno scettico misantropo che diffida del mondo idealista e dei suoi miti universali. Un momento di pausa, di silenzio, lo osservo, è pallidissimo. Chiedo a Nietzsche se si considera un individualista, sul momento sembra non capirmi ma poi sorride e mi risponde di no, lui si considera un essere impersonale. Siccome oltre ad essere psicanalista dell’eros cosmogonico ed ipnotista hegeliano sono anche un chiromante che usa tecniche taoiste cinesi gli chiedo di farmi vedere le sue mani. Sono belle mani, di un uomo melanconico con poca propensione filosofica e molto talento per scrivere racconti fantastici privi di senso. Friedrich Nietzsche non crede alla chiromanzia e non crede alla astrologia. So che lui non è responsabile di quello che dice, in quanto è un essere irrazionale, un oracolo poco comprensibile, spesso interpretabile al contrario rispetto al significato apparente. Quindi gli perdono. Il suo tema natale astrologico è invece la rappresentazione esatta del suo carattere e del suo destino, nessuno sfugge agli astri, essi sono padroni e dominatori assoluti. Per questo le religioni organizzate temono gli astrologi seri, in quanto il clero di tutte queste religioni ha rappresentati i cui oroscopi spesso sono assai negativi, e i perfetti virtuosi rappresentanti del trascendente divino non possono e non devono apparire mai uguali a tutti gli altri esseri umani peccatori, essi devono essere migliori, altrimenti nessuno obbedirebbe e potrebbero ben presto chiudere bottega. Gli dico che l’attuale civiltà è afflitta da un numero spropositato di maestri di vita, educatori, guru, esoteristi, preti di ogni culto immaginabile, politici, teoretici, scrittori filosofi, artisti, illuminati, leader, riformisti sociali e militanti per la giustizia cosmologica. Vedo Friedrich Nietzsche scoppiare fragorosamente in una terribile risata isterica prolungata. Ridiamo insieme, ridiamo a lungo, come due vecchi amici condannati a venti anni di lavori forzati per diserzione e disfattismo. Poi ci beviamo in santa pace, indifferenti ad ogni cosa, un paio di bicchieri giganti di grappa analcolica coreana. Ora Friedrich Nietzsche mi rutta in faccia e scompare, si dissolve come un fantasma e rimango solo.

 

Roberto Minichini, Gorizia, marzo 2024

Nessun commento:

Posta un commento