lunedì 25 dicembre 2023

Ormai, cari miei, sono vecchio, e ho sofferto troppo (Roberto Minichini)


Ormai, cari miei, sono vecchio, e ho sofferto troppo. Tutto è andato perduto: i figli, la carriera, gli ideali, le amicizie, che fra l’altro, ho scoperto in ritardo, erano tutte false ed ipocrite. Non mi resta che la melanconia. Permettetemi almeno di ritirarmi a vita privata nella mia amata Foresta Nera. Voglio costruirmi un piccolo e modesto eremo vicino al posto dove ha vissuto e meditato sulle grandi questioni filosofiche Martin Heidegger. Ormai siamo tutti mostri, destinati all’oblio e alla cancellazione, ma non importa, siamo vissuti da un destino ingrato ed infelice, valle di lacrime è la definizione giusta, e nessuna pubblicità o scuola di psicologia mi convincerò del contrario. Sono troppo anziano per vivere di illusioni. Quello che è certo è che mi ritrovo tanto stanco, è cosi, stanco di ogni cosa, stanco di tutto il male che governa questo universo, stanco dell’intero genere umano, che non fa altro che deludermi. Per molti anni ho vissuto lontano dalla Germania, ho imparato molte lingue, faticato, sopportato tante situazioni difficili, cercato inutilmente l’amore per anni, salvo poi capire che l’amore è una merce rara e il resto sono cose che non sono mai vero amore. Ora, che sono tornato, non riconosco più il paese, mi sento escluso, e non voglio neanche recuperare, non ho voglia di fare ulteriori sforzi e sacrifici, basta, veramente basta. A tratti faccio fatica a capire la lingua, soprattutto quella usata dai giovani e quella dei giornalisti. Tutte le certezze alla fine risultano vane. Ovunque e sempre, anche d’estate, è inverno.

Roberto Minichini, Gorizia, dicembre 2023

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