L’assedio delle banalità
E di vite non vissute
Di amori borghesi
Fintamente emancipati
La noia delle false amicizie
E di parentele di cui si può fare a meno
Sembrare sempre giovani, ma anche no
Sempre vincenti, in questa valle di lacrime
Lo spettacolo continuo del miglior mondo possibile
La propaganda coatta peggio che sotto i marxisti
Molto meglio parlare con gli alberi e con gli spiriti
E fare all’amore con le regine dell’eros
Le quali ancora conoscono certe astuzie complesse
Che rendono la vita degna di essere vissuta
In attimi estatici, in mezzo al caos del nichilismo
Noi non abbiamo genitori
Noi non abbiamo figli
Noi non abbiamo nulla
Noi saremo i padroni del mondo
Sempre più oscurantisti, irrecuperabili
E non accettiamo lezioni
Dall’impero del denaro e dell’apparire
Roberto Minichini, Gorizia, dicembre 2023
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