Mentre siamo immersi
Nella civiltà delle banalità
Del conformismo fintamente ribelle
E di un mercato di libri sempre più vuoti
Che predicano il nuovo verbo del sistema
Abbiamo preservato l’amore per i grandi terribili
Ben poco addomesticabili
Come il genio, visionario, onirico
Scrittore americano magnifico
Philip K. Dick
Il quale era un grafomane di luce distopica
E ci fa vivere le dimensioni
Di una società di pochi decenni fa
Ma, in contingenze diverse
Si ritrovano sempre i grotteschi archetipi
Della vita umana su questa disgraziata terra
E Philip K. Dick, vedeva dove altri non vedevano
E oggi tutti vedono senza vedere niente
E mentre l’abisso del caos capovolto regna
Su masse di pecore individualiste e marionette
Abbiamo bisogno di sentire la voce
Di scrittori non adepti del miglior mondo possibile
Roberto Minichini, Gorizia, dicembre 2023
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