domenica 3 settembre 2023

L’anno in cui ho sentito parlare per la prima volta male del comunismo, 1987 (Roberto Minichini)


Ero un adolescente che viaggiava per Zagabria usando i tram senza mai pagare il biglietto, e quando, poche volte i controllori mi beccavano, erano dolori. Continuavo lo stesso, in quanto per me in un vero sistema socialista tutto doveva essere gratis. I proletari non si sono mica uniti per niente. Correva l’anno 1987 e ci sono state le olimpiadi degli studenti. Mi ricordo allo stadio di Zagabria, ho assistito alla inaugurazione dei giochi sportivi, e le squadre di tutto il mondo sfilavano con le proprie bandiere. A quel tempo avevo deciso di diventare un giapponese e leggevo, prendendoli in prestito in una biblioteca cittadina, i romanzi di Yukio Mishima e libri che parlavano delle meraviglie tecnologiche, economiche ed umane del Giappone moderno. Inoltre in edicola si trovavano romanzetti economici con protagonisti i ninja, e io me li compravo tutti, come compravo tutti i romanzetti western. Allora avevo letto anche i miei primi libri sull’Islam, l’Induismo e lo Zen, la parapsicologia, l’ipnosi, l’astrologia, la radiestesia e le tattiche usate dai partigiani durante la lotta di liberazione nazionale in Jugoslavia. Guardavo inoltre moltissimi film di propaganda socialista e di lotta partigiana. Facevo esperimenti di telepatia, praticavo nel bosco del Maksimir riti di stregoneria, conducevo da solo sedute spiritiche. A un certo punto incontro in una libreria di libri usati un sacerdote cattolico. Nella mia famiglia non c’era traccia di religione e non c’era nessun rispetto per i preti. Le religioni in generale erano viste come manifestazioni primitive di gente che non sa ragionare con la propria testa, nella stanza dove dormivo, accanto alla grande foto di Tito, c’erano altre due immagini, più piccole: Karl Marx e Lenin. Una volta caduto il comunismo tutti quelli che conoscevo come comunisti o socialisti avrebbero detto che loro in vita loro non erano mai stati neanche un giorno comunisti e che erano sempre stati dissidenti. Strano. Da giovanissimo ho quindi capito che della stragrande maggioranza della gente e delle loro opinioni e dei loro umori, e delle loro convinzioni, simpatie ed antipatie, non ci si può minimamente fidare. Per me il 97% degli esseri umani sono ovunque schiavi delle circostanze storiche, dello spirito dominante dell’epoca in cui vivono e del regime politico ed ideologico al potere in un determinato momento. Ma voglio tornare sul prete cattolico che un giorno, nel dicembre 1987, ho incontrato in una libreria di libri usati di Zagabria. Eravamo sotto le festività di Natale, che erano faccenda privata per chi voleva ricordarsi del Natale, non certo una festività molto sentita, almeno non nelle famiglie che frequentavo io. Entrando in discorso con il sacerdote egli mi parlò della figura di Gesù e dei Vangeli e della Chiesa Cattolica come unica vera religione sulla faccia della terra. Per la prima volta sentivo il concetto che nulla e nessuno si può salvare l’anima nell’altro mondo, se non i credenti della Chiesa Cattolica. Il sacerdote era molto anziano, e con mia grande sorpresa venni a sapere che conosceva l’italiano e il tedesco. Per la prima volta in luogo pubblico di Zagabria sentivo parlare apertamente male dei comunisti e dei partigiani. Mi ricordo che un signore con barba ed occhiali si è avvicinato a noi e ci ha chiesto di lasciare immediatamente la libreria. Per strada continuavamo a parlare, e il sacerdote, un croato al 100%, mi disse che i croati non erano affatto slavi ma parlavano solo una lingua slava, e che i croati erano in verità un popolo germanico, il più antico popolo autoctono dei Balcani, ma che non era parte dei Balcani la Croazia, che era Europa centrale ed occidentale. Tesi assurde, che negli anni novanta sarebbero stata sulla bocca di tantissime persone comuni, in un clima di nazionalismo folle ed estremista. Tornando a casa ho raccontato l’episodio a un parente il quale si è molto arrabbiato dicendo che quel prete era un fascista clericale, che gente cosi andava subito arrestata, e che adesso stavano di nuovo alzando la testa i vecchi nemici criminali, per colpa di Gorbaciov che stava indebolendo l’intero blocco socialista, e che il Vaticano aveva dato ordine ai suoi agenti fascisti di cominciare a distruggere la Jugoslavia, per rendere la Croazia una colonia del capitalismo occidentale.

 

Roberto Minichini, ex membro della gioventù comunista, slavista e panslavista, con voti eccellenti in dottrina marxista, da ragazzo adolescente aspirante giornalista e rivoluzionario anticapitalista marxista internazionalista di professione, oltre a coltivare ambizioni di diventare veggente, grafologo, regista di film partigiani e di pedagogia socialista per il popolo e pure cantante rock alla Elvis Presley, frammenti memorie brevi trascritte nel settembre 2023 

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