Era un grande campo di calcio
Facevamo vicino allenamenti di Aikido
Giovanissimi atleti che pensavano solo alle ragazze
Qualche volta si nuotava tutta la notte in piscina
Fu nel campo di calcio che apparve, per la prima volta
Il maestro giapponese di etica medievale dei Samurai
La sua aura emanava qualcosa di assolutamente particolare
Non era di questo mondo, non era di questo tempo
Credeva nel Buddha della casta dei guerrieri
E negli spiriti tutelari degli antenati
Diceva che non si può essere discepoli di qualcosa
Con cui non si ha un contatto diretto, vivente
Non si impara dai libri o dalle ricostruzioni da biblioteca
Affermava che non siamo chi siamo per caso
E che ogni popolo è dominato da un suo archetipo karmico
Per cui i popoli sono organismi viventi, come le piante e le
rocce
Corpo minuto, magro, basso di statura, pieno di rughe lisce
Leggeva nel futuro e nelle menti, praticava incantesimi
potenti
Ed era puro, di corpo e di anima, lontano da ogni vizio
Con otto figli e cinque figlie
Diceva che aveva ora aveva fatto tutto ciò che doveva fare
E si dedicava ai figli spirituali, chiedendo disciplina dura
Non era interessato agli applausi o al consenso
Dove si trovano persone simili, ora?
Roberto Minichini, Gorizia, aprile 2024
Nessun commento:
Posta un commento