Come vecchio dai capelli mori lunghi e disordinati
Mi ricordo i bei tempi passati
In cui da giovane camminavo
Per le piazze di una Germania ancora tale
Teutonica, nordica, silenziosa e riservata
Laboriosa, onesta, disciplinata e tirchia
Avevo i capelli cortissimi e tinti di biondo
Cosi nessuno avrebbe scoperto che ero un italiano
Invece che Roberto, mi facevo chiamare Robert
Per essere completi, barone Robert von Kazzenburg
A quei tempi, in quella zona, gli stranieri non c’erano
E dovevo essere più germanico dei germanici
Vendevo ai tedeschi, felici e soddisfatti
Le mie pizze iperboree con le rune
A pochi chilometri incombevano, minacciosi
I sovietici marxisti totalitari ed espansionisti
Oltre confine, vedevo guardarmi
Una gigantesca e gelida statua di Lenin
La stella rossa, ovunque vicinissima
E le parole d’ordine del regime
Scritte in caratteri cubitali
Socialismo e Pace, la Grande Rivoluzione dei Lavoratori
Fratellanza fra i Popoli, Lotta all’Imperialismo
Tutti questi lavoratori liberati sembravano invece
Voler scappare nella Germania dell’Ovest, da noi
Al posto di blocco, controlli severissimi e meticolosi
Smontavano ogni cosa e non erano capaci di un solo sorriso
Invece qualche volta si incontravano guardie buone
Quando le persone sono costrette a portare una divisa non
sono più libere
Eseguono ordini, costretti dai politici
Spesso dei vecchi faraoni al potere da decenni
La storia dell’umanità è un catalogo di tiranni e dittatori
Ogni volta che vedevo l’immagine di Erich Honecker
Mi facevo il segno della croce
Cosi mi aveva insegnato mio padre
Italianissimo ed ultra cattolico
Devoto a San Francesco e a Padre Pio
Tempi antichi in cui la Germania era ancora Germania
E io potevo ancora sognare con devozione il grande Bismarck
Roberto Minichini, Gorizia, aprile 2024
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