Il Mago pentito si trascinava a carponi
verso il santuario, il mausoleo in cui era sepolto un famoso santo.
Tutta la sua vita il Mago lo aveva passato da pagano, ignaro delle
reali Verità Divine, era chiuso in un vortice di superstizioni,
presenze di larve spirituali, demoni e culto primitivo degli
antenati. Finalmente aveva visto la Luce della Fede, si era tagliato
la lunghissima barba della eresia, ed aveva cominciato a farsi
crescere una nuova barba, luminosa, da devoto. Mentre gli accoliti
dell'errore si dedicavano alla divinazione del futuro, alle feste
pagane prive di benedizioni da parte di Dio, ad entità inventate da
esseri umani, ad idoli immondi e divinità inesistenti frutto di
fantasie malate ed ispirazioni demoniache, il Mago pentito si era
liberato di tutto ciò in un colpo solo, grazie a una illuminazione
mistica improvvisa. Al posto del rito, lui aveva scoperto il potere
della preghiera indirizzata a Dio, al posto del talismano aveva
scoperto la fiducia nella Divina Provvidenza, al posto di guardare
negli astri e farsi condizionare dai meccanismi planetari, deponeva
tutta la sua fiducia nella grandezza di Dio e al fatto che ognuno
aveva un destino, che doveva rimanere ignoto, e tutto era bene ciò
che era voluto dal Signore. Il Mago pentito divenne in seguito un
grande asceta, un grande credente nella Religione Rivelata, un uomo
dall'animo devoto e puro. Fu costruito per lui un mausoleo quando
morì, era diventato un Santo, e il popolo si recava presso la sua
tomba per raccogliere benefici celesti.
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