mercoledì 13 febbraio 2019

Il Mago pentito

Il Mago pentito si trascinava a carponi verso il santuario, il mausoleo in cui era sepolto un famoso santo. Tutta la sua vita il Mago lo aveva passato da pagano, ignaro delle reali Verità Divine, era chiuso in un vortice di superstizioni, presenze di larve spirituali, demoni e culto primitivo degli antenati. Finalmente aveva visto la Luce della Fede, si era tagliato la lunghissima barba della eresia, ed aveva cominciato a farsi crescere una nuova barba, luminosa, da devoto. Mentre gli accoliti dell'errore si dedicavano alla divinazione del futuro, alle feste pagane prive di benedizioni da parte di Dio, ad entità inventate da esseri umani, ad idoli immondi e divinità inesistenti frutto di fantasie malate ed ispirazioni demoniache, il Mago pentito si era liberato di tutto ciò in un colpo solo, grazie a una illuminazione mistica improvvisa. Al posto del rito, lui aveva scoperto il potere della preghiera indirizzata a Dio, al posto del talismano aveva scoperto la fiducia nella Divina Provvidenza, al posto di guardare negli astri e farsi condizionare dai meccanismi planetari, deponeva tutta la sua fiducia nella grandezza di Dio e al fatto che ognuno aveva un destino, che doveva rimanere ignoto, e tutto era bene ciò che era voluto dal Signore. Il Mago pentito divenne in seguito un grande asceta, un grande credente nella Religione Rivelata, un uomo dall'animo devoto e puro. Fu costruito per lui un mausoleo quando morì, era diventato un Santo, e il popolo si recava presso la sua tomba per raccogliere benefici celesti.

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