Mi chiamo Cesare Pavese
E ho finto di essere un comunista
Come fingevano tanti altri scrittori
Pur di non essere esclusi
Dalla possibilità di partecipare alla cultura
E Gramsci ha insegnato che la dittatura cultura
Precede la dittatura politica
Degli ossessionati ugualitari utopisti emancipati
Che di emancipato non hanno nulla
E sono anche alquanto banali e conformisti
Cantano in coro per essere accettati come membri
rispettabili
Del Partito Marxista Globalista Plutocratico Imperialista
Che scambia i bassi istinti per virtù morali
E l’egocentrismo narcisista per liberazione
E dicono anche tutti le stesse cose
Come quelli della rivoluzione culturale di Mao
Mentre, io Cesare Pavese
Adesso dall’oltretomba confesso
Non sono mai stato un comunista
Ho solo fatto finta per poter lavorare come scrittore
In verità sono stato un meraviglio e melanconico
Tradizionalista e regionalista italiano sognatore
Roberto Minichini, Gorizia, agosto 2024
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