Nulla è più affascinante
Ma anche più triste e tragico
Che assistere in diretta alla caduta finale
Di un impero negli istanti definitivi
Noi
Che siamo stati gli ultimi a cedere le armi
Nel Sultanato Ottomano
Abbiamo assistito a tutto ciò
E all’avvento della Repubblica della Massoneria
Ma già da generazioni la società era marcia
Ed invasa dalle deviazioni ed immoralità
Delle sette eretiche e della modernità
Un tramonto lento, preannunciato a lungo
Tutto era corrotto, indebolito
Visioni non religiose, come il nazionalismo
E il liberalismo e il laicismo profano
Dominavano le anime oscurate
Convertite all’illuminismo occidentale
Quando noi in verità
In pochi
Vivevamo ancora secondo i costumi tradizionali integrali
A difesa della ortodossia sunnita
E del sufismo basato sulla retta via e la legge sacra
Ci trovammo circondati da tutti i lati
Dopo anni di inutili ed estenuanti ed umilianti lotte
Utili soltanto a prolungare la agonia di un malato terminale
L’Impero Ottomano
Quando scompare la fede dal cuore dei musulmani
E diventano laici ed apostati
Allah fa scendere su di loro le disgrazie
Finché non tornano con anima pura alla retta via
In verità
Ogni vittoria ed ogni sconfitta
E la vita e la morte
Sono solo e soltanto
Nelle mani di Allah
Roberto Minichini, Gorizia, giugno 2024
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