sabato 24 febbraio 2024

Esercitare il mestiere di mago è una cosa assai difficile nel ventunesimo secolo (Racconto breve di Roberto Minichini)


Esercitare il mestiere di mago è una cosa assai difficile nel ventunesimo secolo. Purtroppo mi è impossibile diventare un piccolo borghese. Come druido apolitico oltre che apostolico e mezzo solare e mezzo lunare cammino nudo qualche volta per i boschi della mia amata Croazia e se mi incrociano dei turisti mi fotografano. Essi non sanno che la mia lunga barba bianca da santone e da mistico è finta. Da giovane ero un aspirante samurai giapponese e fu nel 1987 che lessi per la prima volta Yukio Mishima in una edizione jugoslava, presa in prestito in una biblioteca di Zagabria. A quel tempo ero stato indottrinato da una famiglia materna composta da partigiani e socialisti al marxismo titoista, ma grazie a Yukio Mishima avevo scoperto un’altra visione del mondo, che con le bandiere e le stelle rosse, con la rivoluzione di Lenin, Mao, Tito e Fidel Castro non aveva proprio niente in comune. Entrai per la prima volta nella Grande Cattedrale di Zagabria e mi feci insegnare da una anziana suora presente come farsi il segno della croce. Poi, mi misi in ginocchio, fingendo una devozione inesistente, muovevo a vuoto le labbra in segno di imitazione di preghiera, con la suora vicina commossa e dallo sguardo benevolo. In quel frangente, da giovanissimo ragazzino leggermente eccentrico di personalità, ero ancora ateo e non capivo cosa fossero tutte quelle statue e grandi immagini che mi circondavano, ero completamente a digiuno di dottrina cattolica. Prima di uscire dalla chiesa un sacerdote mi volle conoscere, come frase finale concluse: il proletariato neanche esiste, e neppure la lotta di classe, quello che conta è solo la fede e la virtù del carattere. Il giorno dopo andai incontrare a casa sua un mio amico musulmano di età già matura, si occupava di radiestesia, grafologia e chiromanzia e creava strani talismani di carta con scritte a me incomprensibili. Dicevano che era uno stregone bosniaco, come mestiere faceva l’ingegnere ed aveva anche insegnato matematica. Lui mi disse: il cristianesimo è falso, quelle statue nella cattedrale che hai visto sono idolatria e politeismo, gli unici veri monoteisti sono i musulmani. Successivamente durante la cena con un mio zio di secondo grado egli affermò: le religioni sono tutte false e anche il comunismo è falso, ci raccontano solo bugie per dominarci. Poi aggiunse: i preti di tutte le religioni vogliono il potere sulla gente in nome di Dio, sono ciarlatani in quanto loro non sono Dio e non hanno diritto di fare la bella vita a spese degli altri, e anche i comunisti sono ciarlatani, in quanto i funzionari del partito sono falsi come i preti di tutte le religioni: essi governano in nome della classe lavoratrice ma loro non hanno mai lavorato in fabbrica o nei campi, ma danno ordini a partire dai loro uffici di dirigenti, loro non sono il popolo lavoratore. Pochi mesi dopo mi trovai a Monaco a Baviera a seguire le istruzioni di un occultista tedesco, esperto di magia rituale e tecniche di divinazione, il quale parlò in questi termini: quando incontri predicatori, adepti di sette, appartenenti a partiti politici o ideologie, giornalisti faziosi o altri unilaterali convinti della loro causa, per avere una visione libera e non esclusivista ed autonoma da tutti costoro ti consiglio di tornare sempre a leggere le pagine di Hermann Hesse. E poi mi regalò la sua copia del romanzo Demian, scritto appunto dal grande Hermann Hesse, una edizione vecchia di decenni e piena di sottolineature a cui purtroppo mancavano le ultime sei pagine. Quando gli dissi che avevo letto il libro che mancava la fine lui rispose: per questo te l’ho regalato, se il libro non era rovinato non te lo regalavo. Il mio maestro di occultismo germanico era un uomo tirchio all’inverosimile.

Roberto Minichini, barone di Zagabria, Mufti ottomano di Vienna, plenipotenziario del governo austro-ungarico, mago e cartomante, germanista e critico letterario fallito, febbraio 2024

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