sabato 15 aprile 2023

La stanchezza ci fa ballare un poco ( Poesia di Roberto Minichini )


Appesi al muro i vecchi abiti di funzionario

Con un tratto di penna frettoloso

Ho dato il nome ad una stella

E mi sono addormentato

Sono dentro un bosco invernale

Coperto dal fango e dai topi

Ho freddo, ho fame, non mi ricordo più il mio nome

Mi ricordo il tuo volto di principessa

Ti ho promesso un anello d’oro

Un piccolo regno governato da madre natura

Un tempio tutto nostro

Un amore lontano dal vuoto moderno

Ti ho anche raccontato che sono un santo

Non è vero, sono un barbaro osceno

Un fornicatore, un anarchico, uno stregone

Fingo di ascoltare i preti e le prediche

Ma i miei maestri sono Schopenhauer e Nietzsche

Anche se ti parlo nella tua lingua, non ti illudere

Non ho nazione, non ho radici, non ho passato o futuro

La sfortuna è il mio angelo custode, il mio talismano

Tu invece sei la gioia incarnata, lo splendore e la gloria

Ti ho letto le mani con fare serio, raccontandoti il tuo destino

Ma era solo per avere il tuo amore

Non leggo le mani, ma solo i piedi, e i messaggi dei pianeti

Ora tu sei una bellezza teofanica lontana

Immersa nella attività quotidiana, tutta esteriore

La politica ti sta dominando, la politica ti sta rovinando

Non lo capisci, che io sono in grado

Di vedere il futuro?

Giovane donna dai capelli rossi, piena di entusiasmo

Hai detto che mi hai sognato con un abito nero e che ero muto

Serio, freddo, e poi sono volato via

Come un pipistrello

Io invece ti ho sognata fra le mie braccia

In un luogo di intensa pace ed armonia

Dove il sole di Atlantide non tramonta mai

E l’unione dei corpi e delle anime è perfetta

In cui vige solo la legge dell’Amore e della Luce

Lontano da ogni avvenimento sgradevole

Lontano da ogni ideologia o dottrina

Lontano da ogni palazzo di potere e da ogni fazione

Prendi un taxi, e recati nella chiesa dove ti ho baciata la prima volta

Vi troverai un giovane sacerdote, seguilo

Egli è un promettente teologo, dal cuore puro

Ti porterà fuori città, in un grande castello, che sembra un museo

Entra

Io ti aspetterò, muto, vestito in abito completamente nero

Ti inviterò a ballare con me

L’umanità intera ultimamente mi ha stancato assai

Non so ballare, ma dicono che la stanchezza insegni a ballare

Abbracciati balleremo, abbracciati ci baceremo

Un ballo unico, di felicità ritrovata

Sempre abbracciati

Ed abbracciati andremo in pellegrinaggio

Verso un nord disabitato e gelido

Ove il mondo intero ci sarà del tutto indifferente

L’amore non sarà soltanto una parola

L’amore sarà ogni cosa

 

Roberto Minichini, aprile 2023

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