Bella la neve
Meraviglioso il gelo
Che fa scendere la solitudine
Ti ricordi quell’inverno?
Pieno di speranze illusorie
E di grandi proclami
Ambedue due cose di cui diffidare sempre
Poi la banalità e lo squallore dell’esistere prevalgono
Ho incontrato il filosofo che si è inventato la sua
religione
Fingendo che sia antica, sembra una moda fare questo oggi
La megalomania faraonica dei moderni consumisti del vacuo
Gli ho detto che non sono informato e che non lo capisco
Lui ha sorriso con aria di superiorità, l’illuminato cosmico
Passano dalla destrutturazione di ogni cosa antica
All’inventarsi come antiche cose mai esistite e falsificate,
distorte
Una civiltà che ha perso la bussola, che produce falsi
sapienti
Dalle vetrine delle librerie sorridono i servi della
attualità
Noi siamo fuori dal tempo, contro il tempo, non aggiornati
Le mode ideologiche sono costruzioni del capitalismo
edonistico
Mentre te ed io ci amiamo di amore assai eccentrico, arcaico
E crediamo alla religione della unione e della neve
Roberto Minichini, Gorizia, maggio 2024
Nessun commento:
Posta un commento