Molto difficile potermi piacere. Ho troppo fornicato durante il corso della mia infelice vita e quando si mangia eccessivamente in ristoranti di lusso non ci si accontenta più della semplice cucina popolare. Per quanto riguarda la fornicazione a scopo procreazione, mi ha pure stufata, una fatica psicologica indicibile, tutto ciò che ho compiuto l’ho fatto solo per obbligo religioso e fedeltà di partito. Forse ho esagerato, tendo ad essere estremista a riguardo, e non riesco mai ad essere presente o seguire la partita fino in fondo, in quanto sono un vagabondo e uno sradicato che non ha un centro. Se oggi sono in un posto e parlo la tua lingua, poi mi portano via contro la mia volontà, i mostri che mi seguono fin dall’infanzia, e mi spostano altrove, a parlare un’altra lingua. Ogni cosa che tocco si trasforma in disgrazia, porto iella fin da quando ero neonato, e le mie maledizioni funzionano in maniera straordinaria, mentre le mie benedizioni non hanno alcun effetto. Diversi anni fa mi esercitavo anche nella arte di guaritore, ero un pranoterapeuta, tutti i miei pazienti sono peggiorati e la loro vita ha cominciato ad incontrare sfortune in ogni campo: matrimoni falliti, crolli economici, brutte sorprese da parenti, amici e figli, progetti di carriera o di viaggi bloccati. Non farti mai baciare o toccare in certe parti del corpo da me, e non fare in modo che io possa toglierti dei capelli e portarmeli via, o che io possa annusare la tua nuca con aspirazione profonda. Sono uno stregone malefico, un demone incarnato, sarò padrone per sempre di un pezzo della tua anima e farò del tuo inutile destino quello che mi piacerà fare. Ci sono due parole che non uso mai: democrazia ed uguaglianza, trattasi di concetti che nella mia mente semplicemente non esistono e che non comprendo. Non sai nulla della mia infanzia, e non sai chi in realtà mi ha cresciuto ed educato, sottoponendomi, mentre ero ancora bambino ad intense sedute di ipnosi ed addestramenti speciali per imparare ad entrare in trance. Era un tedesco, ma un tedesco vero, di quelli che oggi non esistono più. E mentre i miei genitori erano persi nei loro progetti mondani e nelle loro ambizioni lavorative, lui si occupava di me, ero il suo figlio adottivo. Fin dall’asilo nella Germania Occidentale ho imparato a disprezzare i miei coetanei, con loro non parlavo mai, oppure, se mi occupavo in qualche modo della loro esistenza, inviavo loro i miei corvi neri per picchiarli. Sai cosa sono i corvi neri? Trattasi di una tecnica che mi ha insegnato il mio padre adottivo tedesco, sono spiriti di colore scuro e grandi appunto come un corvo, che obbediscono agli ordini una volta evocati in maniera appropriata. Io li usavo per tormentare i miei coetanei, prima all’asilo e poi alla scuola elementare. Era difficile che io parlassi con qualcuno, credevano che avevo problemi, che ero muto e non vedevo la gente, forse anche temporaneamente cieco qualche volta. Ma quando parlavo ero un fiume in piena e parlavo senza soste per ore. Inoltre ero un sonnambulo, ma questo me lo hanno detto i miei genitori e delle dottoresse, io non mi sono accorto di nulla. Un giorno mi misi a parlare spontaneamente a scuola, ero scivolato dentro una trance, l’insegnante, una donna alta e magra dal volto cattivo e severo, si spaventò talmente tanto che si mise ad urlare sciocchezze e alla fine, per farmi smettere, mi aveva tirato diversi schiaffi.
Roberto Minichini, Gorizia, giugno 2025
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