Le tecniche di divinazione non funzionano se non si è in possesso di uno spirito della divinazione, incorporato dentro la propria anima. Questo è un dono che si ottiene fin dalla nascita, ereditato dagli antenati. Le masse fintamente emancipate del capitalismo individualistico sono all’assalto isterico dei templi dove si praticano i misteri, un fenomeno tipico ed evidente dei tempi ultimi. Agitazioni inutili, come tutte le agitazioni esteriori, illusioni di massa, che servono a creare l’ennesimo mercato per polli a cui togliere soldi con promesse prive di fondamento. Uno dei canali preferiti e più potenti dello spirito della divinazione è il sogno, in quanto durante il sonno il secondo corpo invisibile, sottile e fatto di colore argento, si stacca temporaneamente dal corpo fisico e viaggia in altre dimensioni. Eccola di nuovo che invade un mio sogno, la regina pazza dell’apocalisse, vestita in una divisa nera, con la bandiera nera e sopra un cavallo nero. Si avvicina a galoppo mentre cammino, ma non capisco che tipo di ambiente è. Attorno è tutto silenzioso e sembra un posto privo di forme. Non vedo nulla, solo nebbia. Arrivata a me scende dal cavallo con un salto e mi offre la sua pistola, la quale è di colore nero ed è molto grande. Rifiuto la pistola con un gesto e le dico semplicemente: “Ciao”. Lei sorride, e non dice nulla. Butta la pistola per terra, ma poi fra sue mani spunta un pugnale, dal manico nero e con il teschio da morto sopra. Ora sto per cambiare umore e comincio a diventare cattivo e le dico:” Stavo passeggiando per raggiungere il bosco e leggermi in pace sotto un albero un libro di filosofia cinese. Mi stai dando fastidio e non voglio vedere questi tuoi comportamenti da immatura estremista assassina psicopatica. Vai via, tu e le tue idiozie e tutti gli idioti che sono come te.” Nessuna risposta, mi fissa con aria di sfida, lei deve sempre vincere, lei è l’incarnazione di Dio sulla terra, ma non si rende conto di essere posseduta da satana. Eccola, vicinissima, con questi suoi capelli biondi naturale, lunghi, soffici, profumati, finalmente ha smesso di tingersi con i colori assurdi, ora è quello che veramente è a livello autentico, senza finzioni o trucchi. Non ci parliamo, ma le mani si toccano, tutte e due le mani strette le une dentro le altre. Forse passa un’ora in questa maniera, i tempi non sono chiari. Rompo il nostro reciproco mutismo e le chiedo: ”Che tipo di posto è questo?” Attorno si è formata una nebbia sempre più spessa, ormai non vedo neanche più il cavallo, ma sento ogni tanto il rumore degli zoccoli dell’animale. Poi lei parla, è la sua voce, assolutamente inconfondibile: ”Siamo in Cina. Non hai bisogno di leggere noiosi libri sulla filosofia cinese in inglese, hai i veri cinesi qua, chiedi a loro.” Apro gli occhi e capisco che mi sono svegliato, che il sogno è finito.
Roberto Minichini, Gorizia, giugno 2025
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