Starai seduto
A baciare la mano
Del Maestro
Una volta tornato
In questo villaggio noioso
Pieno di pettegoli
Dove non ci sono Ismailiti persiani
A speculare sulle sfere degli esseri
E il determinismo astrale lunare
Dove l’argento incide nell’anima l’Amore
Per i Segreti Divini dei Mistici d’Oriente
I piccolo borghesi e i laici mi fanno paura
E le meschine vicende private mi ribrezzano
Non uso mai le parole degli altri
E la terra è banale, scialba
Priva di spiritualità e senza luce gnostica
Le ombre dei morti ci vengono a trovare
E vagamente ci ricordiamo
Le labbra delle concubine del Harem del Sultano
Sembra che il paradiso abbia sette livelli
Ed otto porte, fatte d’oro celestiale
Mentre ai teologi dell’esteriore è vietato l’accesso
Siamo noi i custodi del Mistero
Ormai, senza barba
E con i capelli ripuliti dai pidocchi
Tolto il turbante verde e l’anello magico
Ancora di fronte di noi
Vediamo le inaccessibili montagne della teocrazia
Dove il freddo e l’oscurità hanno il dominio
Roberto Minichini, Gorizia, giugno 2025
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