giovedì 16 maggio 2024

Universale aspirazione (Poesia di Roberto Minichini)


Universale aspirazione

Alla santità dei gufi notturni

Quando si usurpano i titoli

I mondi spirituali stanno a guardate

L’umana ignobile stoltezza

L’errore della auto deificazione

L’arte del discernimento invece

Sgradita ai padroni della verità unica

Va dichiarata follia, abolita, vietata

Mentre i monasteri sono vuoti

O si dedicano ad attività sociali profane

Piegandosi alla filosofia orizzontale obbligatoria

Masse immense aspirano a un trono falso

Però il Regno Vero non è di questo mondo

La dittatura degli illuminati postmoderni

Vende menzogne dove ogni cosa è deformata

Disordine, caos, distorsione, capovolgimento

Riscrittura totalitaria della storia e delle parole

Le pubblicità artificiali dei sorrisi permanenti

Celano la realtà di disperazioni immense

Lontani dal Principio Supremo

Non si va da nessuna parte

L’albero si riconosce dai frutti

Correte, rimanendo seduti

Verso la mistica dei Padri del Deserto

O i contemplativi del Medioevo

Che non pretendevano come i falsi sapienti

Il dominio di questa bassa ed inutile dimensione

Ma il dominio teocratico sulla propria anima

 

Roberto Minichini, Gorizia, maggio 2024

martedì 14 maggio 2024

Nei sogni del monastero dei peccatori melanconici (Poesia di Roberto Minichini)


Nei sogni del monastero dei peccatori melanconici

In cui abbiamo trascorso un duro noviziato

Qualche spirito mormora

Che sfuggiremo all’incubo della tirannide

Solo cercando i mistici sufi ottomani

Quelli sepolti nei cimiteri dei nostri antenati

E dedicandoci a pratiche di intensa magia rituale

Dimenticando concubine noiose ed arroganti

E rinunciando per sempre al progetto grottesco

Di diventare pittori o padri di famiglia piccolo borghesi

E mentre Friedrich Nietzsche è sempre ubriaco

Praticando l’arte oscena dei rutti durante i nostri sermoni teologici

Qui non si distingue l’estate dall’inverno

E la notte dal giorno

Abbiamo il talismano astrologico per fermare la follia del genere umano

Le anime dei morti ci hanno insegnato come disegnarlo

Ma non muoveremo un dito per regalarlo agli indegni

In quanto mistici, non crediamo al mondo materiale

E sappiamo che l’umanità raccoglie ciò che semina

Vizio corruzione materialismo avidità egoismo

La spirale dell’assurdo reciproco è come un effetto domino

E noi stiamo a guardare, nudi, infelici, pigri ed indifferenti

Sonnambuli e schiavi dell’orrore descritto da Edgar Allan Poe

Ci rivolgiamo durante le invocazioni al santo T.S Eliot

Affinché ci riporti ai tempi dorati di molti anni fa

In cui da giovani barbuti portavamo in modo abusivo

Vestiti scuri di monaci pii, devoti, immersi nell’orazione

Per trovare fidanzate particolarmente sensuali e bigotte

 

Roberto Minichini, Gorizia, maggio 2024

Lunga è la via (Poesia di Roberto Minichini)


Lunga è la via

Che porta alla conquista del potere

Salvo il fatto che il potere non serve a niente

Miseranda illusione dell’ego che dura pochi anni

Quanti faraoni sono stati inghiottiti e dimenticati

Tutto tornerà polvere

E in un’altra dimensione conteranno ben altre cose

Viaggiatori di un treno che si sognano che il viaggio duri per sempre

Meglio saper fare bene le preghiere che fondare un impero

 

Roberto Minichini, Gorizia, maggio 2024

lunedì 13 maggio 2024

A che serve (Poesia di Roberto Minichini)


A che serve

Dare ascolto, inutile

Al vizio delle voci pettegole

Un fiume di idiozie

La quantità, la bassezza, l’orizzontale

Il dominio del volgare

In un mercato di banalità globali

Unico regnante ora ammesso e concesso

E gli esponenti di strambe teologie al contrario

Create nei laboratori dei potenti e ricchi

Per masse di adepti senza senno

Che corrono ipnotizzate verso il vortice del nulla

Mentre le voci che hanno detto il vero rimangono inascoltate

Basta non dare retta alle interpretazioni dei padroni del discorso

E rimanere fedeli e devoti ai testi dei maestri antichi

Unica luce in un universo avvolto dalle tenebre

Rifugio per l’anima contemplativa e pacificata

A cui lo spirito del tempo non fa nessun effetto

Non è il numero, ma la l’essenza a dare risposte

 

Roberto Minichini, Gorizia, maggio 2024

Come se ci fosse una lieve speranza (Poesia di Roberto Minichini)


Come se ci fosse una lieve speranza

Di poter ragionare di cose belle

Nella civiltà dell’apparire

Che ha dimenticato l’essere

O se vogliamo

Il permanere senza divenire

Ho finto di non capire la tua lingua

In quanto, ora

Non voglio essere più poliglotta

E piegarmi ai paradigmi altrui

Solo i boschi degli antenati possono capire

La terra nuda ancestrale può gradire

Stufo di fare il nomade senza porto sicuro

Universo in dissoluzione, inevitabile

Le contingenze vengono prese per assoluti

Quando sono solo l’ombra di fantasmi fugaci

 

Roberto Minichini, Gorizia, maggio 2024

 

domenica 12 maggio 2024

Eppure (Poesia di Roberto Minichini)


Eppure

Anche saper a volte essere gentili

E non solo per fare bella figura in società

O per ottenere favori

Sarebbe cosa forse assai buona

Inutile cercare di avere sempre ragione

Magari ripetendo gli slogan del sistema

Non importa di quale sistema, hanno tutti torto

Conformismo venduto come falsa libertà

Cosa di cui sono capaci tutti

Pensare a volte controcorrente

Lasciando stare giornali, editori, canali televisivi

Posizioni sociali, supposti rappresentanti del popolo

Fuori dalla logica grigia

Di parrocchie, sette, ideologie, partiti, gruppi

O di istituzioni al servizio sempre del potere

Incontrarsi nudi e misticamente trasformati

Mezzi peccatori e mezzi pentiti, ma autentici

Fallibili, umiliati dalla vita reale, la quale è sempre una prova

Genuini, senza maschere o competizioni

Ambizioni, egocentrismi, arrivismi, volontà di dominio

Dove la verità non è vittoria

Sopra qualcuno o su qualcuno

La cultura non è militanza o fazione

E non è rivoluzione, di nessun tipo

Ma puro amore e il lasciarsi andare

A quell’affetto gratuito, basato sulla misericordia

Più prezioso di qualunque diamante

 

Roberto Minichini, Gorizia, maggio 2024

Ogni cosa è transitoria (Poesia di Roberto Minichini)


Ogni cosa è transitoria

Ma nulla è relativo

Legami simbolici e reali sono universali

Non ci sono differenze, separazioni

E la non azione è saggezza

In un mondo di folli agitati

Sfogliando testi di cultura cinese

Bisogna tornare periodicamente

A leggere e a rileggere, con estrema lentezza

Come insegna il severo e metodico Saturno

Una ricchezza infinita di scuole di pensiero e di arte

La cui essenza è di essere oceani complessi

Non facilmente conoscibili

Per un profano come me

Nella società del tutto e tutti e subito

La civiltà cinese classica si nega ad approcci superficiali

E ciò è un bene, una luce, un segno di incoraggiamento

 

Roberto Minichini, Gorizia, maggio 2024

Siamo sempre stati amanti (Poesia di Roberto Minichini)


Siamo sempre stati amanti

Dei discorsi lenti e pacati

Al di là di ogni manicheismo

E di poche amicizie di qualità

Un modo per allontanarsi

Dall’onnipresente ed invasivo

Regno della quantità illusorio e stolto

Forse i nostri unici compagni di viaggio

In questa incarnazione terrena squallida

Sono i fiori e gli alberi

Qualche farfalla

E spiriti dimenticati

Di antenati leggermente eccentrici

 

Roberto Minichini, Gorizia, maggio 2024


Dimensione della contemplazione (Poesia di Roberto Minichini)


Dimensione della contemplazione

Nella calma non si ricerca nulla

Che la modesta serenità di piccoli momenti

In cui non succede niente e non si parla

Ma si ottiene tutto quel che serve

Semplicemente essendo

Ed abbandonando ogni pretesa vana

La pienezza del vuoto è sorprendente

 

Roberto Minichini, Gorizia, maggio 2024

mercoledì 8 maggio 2024

Eleganza senza pretese (Poesia di Roberto Minichini)


Eleganza senza pretese

Splendore avvolto dalla semplicità

Raffinatezza spontanea

Tanto silenzio o poche frasi di affetto

Come una regina che si eleva sopra le volgarità

Del pettegolezzo e delle frasi fatte

Alla ricerca dell’essere oltre l’apparire

In questa dimensione temporanea terrena

Che è fatta solo di errori ed imperfezioni

Mantieni uno stile particolare

Quando parlo di aristocrazia intendo aristocrazia dell’anima onesta e buona

Non possesso di beni o di posizioni sociali o di potere politico

Si nasce con un carattere, e a nulla servono i pedagoghi dell’indottrinamento coatto

Che grazie a Dio non riescono a sostituirsi alla natura e al karma di una persona

Altrimenti saremo in mano alla ingegneria sociale più cupa

Al transumanesimo della nuova epoca postmoderna e postumana

Cioè all’inferno dell’essere umano che pretende di farsi divinità

Mentre noi non siamo altro che creature

Che possono comportarsi in maniera nobile o ignobile

Ma su questa terra non esiste e non esisterà alcun paradiso

Solo la ruota delle difficoltà e dei limiti e delle cose spesso sbagliate

Forse qualche avvisaglia di paradiso

La ritrovo nella luce dei tuoi occhi

E nel tuo sorriso gentile e calmo

 

Roberto Minichini, Gorizia, maggio 2024

Bella la neve (Poesia di Roberto Minichini)


Bella la neve

Meraviglioso il gelo

Che fa scendere la solitudine

Ti ricordi quell’inverno?

Pieno di speranze illusorie

E di grandi proclami

Ambedue due cose di cui diffidare sempre

Poi la banalità e lo squallore dell’esistere prevalgono

Ho incontrato il filosofo che si è inventato la sua religione

Fingendo che sia antica, sembra una moda fare questo oggi

La megalomania faraonica dei moderni consumisti del vacuo

Gli ho detto che non sono informato e che non lo capisco

Lui ha sorriso con aria di superiorità, l’illuminato cosmico

Passano dalla destrutturazione di ogni cosa antica

All’inventarsi come antiche cose mai esistite e falsificate, distorte

Una civiltà che ha perso la bussola, che produce falsi sapienti

Dalle vetrine delle librerie sorridono i servi della attualità

Noi siamo fuori dal tempo, contro il tempo, non aggiornati

Le mode ideologiche sono costruzioni del capitalismo edonistico

Mentre te ed io ci amiamo di amore assai eccentrico, arcaico

E crediamo alla religione della unione e della neve

 

Roberto Minichini, Gorizia, maggio 2024

martedì 7 maggio 2024

Merce rara (Poesia di Roberto Minichini)


Merce rara

L’equilibrio

In tempi di fanatismi, ideologie, buffonate propagandistiche

L’umanità non perde il vizio antico della faziosità

Tutti vogliono dominare il prossimo

Vincere e trionfare, egoismi sfrenati, una tristezza infinita

Solo Italo Calvino può ora dare un poco di conforto

Uno scrittore italiano di scuola seria, fenomeno del passato

E bisogna amare spesso anche il passato di qualità

In questo scempio di amori assurdi, arrivismi ed esclusivismi

Camminare alla ricerca di gente ragionevole

O forse fermarsi a guardare un quadro di Picasso?

Preferisco, a volte, Giorgio de Chirico

 

Roberto Minichini, Gorizia, maggio 2024

Cosmonauti (Poesia di Roberto Minichini)


Cosmonauti

Si diventa

Lentamente

Abbandonando un ego inflazionato

Ed ammettendo debolezze, sconfitte, colpe

Non è popolato da perfetti l’universo

Solo da infinita ipocrisia

 

Roberto Minichini, Gorizia, maggio 2024

La roccia osservata (Poesia di Roberto Minichini)


La roccia osservata

Trovata dopo ore

Separa due dimensioni

Stupore

Portare con se stesso il peso del nulla

Che è malleabile e strano

E permette di vivere le albe speranzose

Colorate di oro stanco

 

Roberto Minichini, Gorizia, maggio 2024

domenica 5 maggio 2024

La pioggia batteva forte (Poesia di Roberto Minichini)


La pioggia batteva forte

E il freddo era intenso

Mentre tutto attorno era un grande buio

Tutti i settari sono convinti

Che la loro setta sia quella unica vera

Ma tutto ciò è illusione

Del loro ego e della loro ignoranza

Abbiamo sviluppato la teologia della pluralità

E dell’unione degli opposti

Salvo poi capire che anche essa era sbagliata

Ogni discorso ha un contro discorso, all’infinito

Il silenzio estatico ed amoroso, si

Guardarsi negli occhi con bontà, ancora si

Non avere idoli, non avere padroni, non avere ambizioni

Nudi sotto la pioggia

 

Roberto Minichini, Gorizia, maggio 2024

Solo stare in silenzio (Poesia di Roberto Minichini)


Solo stare in silenzio

Guardare, semplicemente guardare

Le tue mani

Non importa altro

Un poco di sole, poi la natura amica

Forse da qualche parte una notte libera

Un ricordo, un pensiero, un desiderio

Magari poi all’alba

Leggere la biografia di un poeta, di quelli che furono

 

Roberto Minichini, Gorizia, maggio 2024

sabato 4 maggio 2024

Abbiamo perso la ragione (Poesia di Roberto Minichini)


Abbiamo perso la ragione

Forse mai avuta

E parliamo al plurale maiestatis

In quanto non padroni di noi stessi e schiavi

Amando troppo la regina reazionaria dei ghiacci

Rossa di capelli e dagli occhi verdi spenti, è sonnambula ed appare

Nella forma di un serpente che pratica la magia delle Rune Nordiche

Onnivora erotica, gelosa e possessiva, pittrice surrealista

Maestra di Kung Fu e di Scacchi spiritici ed animisti

Incide sui destini con gli incantesimi degli antenati mai dimenticati

E vede il passato, il presente e il futuro e mormora formule inedite

Creatura fanaticamente mistica e settaria

Adepta dell’Ordine Teutonico di Saturno l’astrologo e il medium

La quale vive, bellissima e folle e nuda, al polo nord

Rinchiusa in una cella fatta di neve di cemento

Non si rende conto della realtà e non sa in che secolo vive

Siamo fuggiti da lei, liberandoci dalle catene e dalle frustate

Ci fustigava tutti i giorni come esercizio spirituale a noi assai sgradito

La nostra corsa verso il lontano si era fatta necessaria

E cavalcando, poco convinti

Verso tempeste dolorose

Dove le ombre catturano e non lasciano più

Mentre i baci sono perduti dentro un pozzo oscuro

E fare l’amore è diventato un esercizio ascetico

La preghiera invece è ridotta a commercio

Tenersi per mano è come un triste funerale

Essendo pianeti lontani e diversi

Non possiamo guardarci negli occhi

Ci siamo conosciuti in maniera distorta

Fornicando con la lingua, con la bocca, con il corpo

Due sconosciuti posseduti da demoni

Con cui non ci si può davvero intendere

Ma solo con una scintilla spirituale donata dal cielo

Sarebbe stato possibile, o quasi

Un cielo che si è ritirato altrove

Lasciandoci orfani di una Germania mitica persa per sempre

Mentre noi, ormai con il turbante in testa

Ci siamo ritirati in Oriente

E nelle montagne della Anatolia

In zone anarchiche dove non esiste alcun governo

Pratichiamo il sufismo ottomano, la poligamia e la magia curda

E sappiamo, che non vedremo mai

Crescere i nostri figli

Ma diventeremo teologi perspicaci ed eruditi

E nessuno ascolterà le nostre prediche

 

Roberto Minichini, Gorizia, maggio 2024

Hai tu imparato la saggezza che non tramonta mai (Poesia di Roberto Minichini)


Hai tu imparato la saggezza che non tramonta mai

Che non ha nome e non ne ha bisogno

E che ti porti dentro di te fin dalla nascita

Dovuta alle tue buone ed oneste azioni fatte altrove

In questo villaggio sulle montagne tu troverai una luce

Che avevi già da quando sei partito

E che nessuno ti può dare o togliere

In quanto è l’essenza della tua anima

Non sono i luoghi, i tempi, le persone a contare

Ma solo la nostra natura che siamo costruiti da soli

 

Roberto Minichini, Gorizia, maggio 2024

Sono ponti che portano verso una dimensione inesplorata (Poesia di Roberto Minichini)


Sono ponti che portano verso una dimensione inesplorata

Lontana, arcana, sconosciuta, indefinita

E, tentativo dopo tentativo

Passo dopo passo, lentamente

Ci si abitua a una nuova presenza dell’essere

Che mostra un mondo pieno di ricche meraviglie

In cui amore, affetto, fiducia e collaborazione

Sembrano norma non scritta ma sempre applicata

Non ci sono più critiche, competizioni, pettegolezzi

Abbiamo raggiunto la pace, quasi una modesta e tranquilla estasi

Vogliamo essere una piccola isola senza pretese, ignorata e dimenticata

E percepire la natura e percepire l’anima

Dove sole e luna, giorno e notte, sono una unica realtà perenne

 

Roberto Minichini, Gorizia, aprile 2024 

Nei castelli dei misteri metafisici non risolti (Poesia di Roberto Minichini)


Nei castelli dei misteri metafisici non risolti

Degli amori tramontati e dimenticati

Delle stagioni vissute da non piccoli borghesi

Chiusi dentro una contemplazione meditativa

Che osserva con indifferenza la dissoluzione di ogni forma

E il perdersi di ogni essenza

Cosi è scritto e cosi sarà

Un caos a spirale sempre più assurdo

Di contrapposizioni di fazioni tutte sbagliate

Lo spegnersi della conoscenza

L’inversione dei simboli e del linguaggio

Masse di disperati che fingono felicità

La vita umana, sempre più artificiale e nichilista

Il mercato globale delle false spiritualità e dei nuovi paradigmi

Finti tradizionalisti senza Tradizione

Falsi modernisti dalla anima oscurata

La piatta quantità sommerge ogni cosa

Filosofi che non sanno neanche perché sono nati

E in maniera dogmatica parlano contro dogmi antichi

Del cui vero significato non capiscono nulla

Progressisti che cercano alleanze con reazionari teocratici

E reazionari teocratici che corrono a vivere nell’Impero progressista

Il mio amico monaco barbuto ed ubriacone vive dentro una capanna di legno

Sembra una bara, talmente è piccola, circondato dalle montagne, è felice

Legge solo libri stampati nell’Ottocento e parla solo con i suoi gatti neri

Non ha ego, non ha desideri, è un santo peccatore tutto particolare

La cui luce medievale è ignota a un mondo digitale, totalitario, stolto

 

Roberto Minichini, Gorizia, maggio 2024

Spirito del bosco ( Poesia di Roberto Minichini )


Spirito del bosco

Che rispondi alle domande

Il tuo silenzio ieratico è già un conversare

E si cammina a piedi nudi sulla terra

Per sentire radici ed avere un centro

In un cosmo che non smette di correre ed agitarsi

Quando lo stare fermi è certe volte così bello

 

Roberto Minichini, Gorizia, maggio 2024

venerdì 26 aprile 2024

Dove ti porta la strada della tua esistenza? ( Roberto Minichini )


Dove ti porta la strada della tua esistenza? Per alcuni è una corsa illusoria e menzognera contro la clessidra del tempo che scorre inesorabile. Ma noi non abbiamo di questi problemi, non fingeremo, quando ne saremo eventualmente tentati, di essere più giovani di quello che siamo. Ho baciato mille volte le tue mani fredde e dure, sei fatta di ghiaccio e io sono un lontano pianeta che continui a cercare e forse stai facendo un errore di valutazione. Hai detto che credi in un amore eterno, che vada oltre la breve esistenza terrestre, e si perpetua anche nella dimensione dell’oltre che ci attende, in quanto attende per decreto divino e naturale tutti gli esseri che sono nati. Ora dammi di nuovo le tue splendide anche se tanto fredde mani. Quando ti bacio e ti stringo a me per un attimo il cosmo mi sembra ragionevole. Osservo le tue forme, queste tue dita, l’avambraccio, il modo in cui ti muovi lentamente. Le mani dicono tutto del carattere e del destino di una persona, e raccontano anche degli antenati e dei discendenti. Non posso non ammirare come madre natura ti ha creato, hai delle mani di una eleganza assoluta, sono sicuro che qui parla l’essenza della tua famiglia di ormai lontane radici aristocratiche. Sei completamente priva di volgarità, e non hai mai bevuto in vita tua una sola goccia d’alcol, allora perché vai sempre ad ascoltare le lezioni di quel vecchio prete mezzo ubriacone? L’altro giorno ho visto che aveva delle macchie di vino sulla barba. Questo sarebbe il tuo maestro spirituale? Cerca di farmi mangiare della carne di maiale, vuole insegnarmi a farmi il segno della croce, dice che sono un diavolo ottomano, mi molesta in ogni maniera. Ho già visto questo film molti anni fa, dovresti intervenire, fermalo, a me non ascolta, a te si. Sarà anche esperto di Padri della Chiesa e di esercizi di contemplazione ma a me pare fanatico in maniera esagerata. Mi ricordo che mi hai raccontato che lo hai sognato senza conoscerlo e che poi lo hai trovato nella vita reale, ma questo lo hai anche detto di me. Sei un camaleonte come lo sono io, per sapere chi siamo e per conoscerci per davvero ci abbiamo messo molto tempo. Contorti sentieri ci hanno condizionato a diffidare del mondo, troppe esperienze deludenti e dolorose ci hanno fatto capire la natura reale, ben poco edificante, di gran parte del genere umano. Le bambine hanno i tuoi occhi e il mio volto. Anche il colore dei capelli è preso da te. Ma forse questo colore dei capelli cambierà, io da piccolissimo ero biondo, e nessuno capiva come fosse possibile. Poi per anni ho avuto capelli ed occhi nerissimi, un colore scuro che successivamente si sarebbe attenuato con l’arrivo della adolescenza. Baciami. Ho quasi dimenticato il tuo profumo, il tuo sguardo, la tua voce, tutto ciò è una grottesca tortura, neanche Kafka avrebbe concepito una situazione cosi priva di senso ed infelice. Anche io voglio altri figli, l’anticristo contro cui combattiamo tutte e due vuole che la gente non faccia più figli, non si ami più profondamente e non abbia più il concetto sacro di famiglia. Noi faremo di tutto per agire esattamente in senso contrario rispetto a quello che vuole l’anticristo. Quel tuo anello che ti ho regalato, simboleggia l’apocalisse. Voglio sentire il tuo corpo e la tua anima, ancora questa notte, prima di un’alba che non sappiamo cosa ci porterà, e forse non ci permetteranno di stare più insieme. Fatti baciare il viso, il collo, la fronte, i capelli, le spalle. Ti ricordi che la prima volta che ci siamo incontrati ti ho parlato per quattordici ore di seguito di René Guénon? Tu sei stata zitta tutto il tempo e mi ascoltavi, con quei tuoi occhioni che certe volte nella penombra mi sembravi irreale, un angelo bellissimo accanto a me. Quando ho finito di parlare ero fra le tue braccia e tu hai detto una frase che non dimenticherò mai: ma come fa un uomo a parlare cosi tanto tempo senza fermarsi? Ora io invece ti faccio in cambio questa domanda: come fa una donna ad ascoltare tutte quelle ore senza distogliere l’attenzione e senza interrompere? Tu sei giovane, sei tanto giovane, sei un fiore raro, di carattere, di mente, di morale e di principi. Io non ti merito, non merito nulla. Forse ha ragione il tuo prete, sono diabolico, magari anche in maniera del tutto involontaria. Bacia il tuo vecchio Idiota dalle ossa rotte, probabilmente quando le bambine saranno cresciute, racconterai loro un giorno del loro padre. Sarò chiuso per decreto astrologico ciclico ingiusto e tirannico in una cella a scontare i miei peccati, le mie eresie, la mia corruzione morale, le mie pratiche magiche, le mie tare genetiche dovute ad antenati indecorosi, e la mia poligamia. Magari avrò come compagno il sacerdote esaltato e forte bevitore di alcolici, da cui tu impari la dottrina sacra e le sottigliezze dei discorsi teologici. Per me quel prete anziano è posseduto da un demone escatologico e vivrà ancora almeno cento anni, il tempo necessario per vedere la aperta manifestazione, il dominio e la sconfitta totale del regno imminente dell’anticristo, il dominatore mondiale perverso antinomico predetto dalle Scritture di tutte le tradizioni sacre dell’umanità. Se avremo un figlio maschio, perché non chiamarlo René Guénon il secondo??? Scherzo, amore mio. Questa notte sarà dedicata al nostro congiungerci come uomo e donna, una coppia di fanatici sposi irregolari integralisti interreligiosi teocratici, e il futuro, qualsiasi esso sarà, è solo e soltanto in mano a Dio.

Roberto Minichini, anno 2024

Prendi dalla mia bocca ( Poesia di Roberto Minichini )


Prendi dalla mia bocca il dolce messaggio

Ma forse noi non abbiamo più gioia

Neanche di fronte alle nascite

Non posso rimanere a lungo

A tenerti fra le mie braccia

Prima che l’inverno oscuro cali di nuovo

Un bacio, due, tre

Tutto ciò è amaro

 

Roberto Minichini, Gorizia, aprile 2024

Era un grande campo di calcio ( Poesia di Roberto Minichini )


Era un grande campo di calcio

Facevamo vicino allenamenti di Aikido

Giovanissimi atleti che pensavano solo alle ragazze

Qualche volta si nuotava tutta la notte in piscina

Fu nel campo di calcio che apparve, per la prima volta

Il maestro giapponese di etica medievale dei Samurai

La sua aura emanava qualcosa di assolutamente particolare

Non era di questo mondo, non era di questo tempo

Credeva nel Buddha della casta dei guerrieri

E negli spiriti tutelari degli antenati

Diceva che non si può essere discepoli di qualcosa

Con cui non si ha un contatto diretto, vivente

Non si impara dai libri o dalle ricostruzioni da biblioteca

Affermava che non siamo chi siamo per caso

E che ogni popolo è dominato da un suo archetipo karmico

Per cui i popoli sono organismi viventi, come le piante e le rocce

Corpo minuto, magro, basso di statura, pieno di rughe lisce

Leggeva nel futuro e nelle menti, praticava incantesimi potenti

Ed era puro, di corpo e di anima, lontano da ogni vizio

Con otto figli e cinque figlie

Diceva che aveva ora aveva fatto tutto ciò che doveva fare

E si dedicava ai figli spirituali, chiedendo disciplina dura

Non era interessato agli applausi o al consenso

Dove si trovano persone simili, ora?

 

Roberto Minichini, Gorizia, aprile 2024

Ho fatto fatica a concentrarmi ( Poesia di Roberto Minichini )


Ho fatto fatica a concentrarmi

Sulle tue meravigliose mani sul mio corpo

La mia mente vagava in direzione di una strana isola

Che abbiamo visitato insieme, durante un’estate dei miracoli

E dei fallimenti completi

In cui in una grotta avevamo scoperto un tempio con tre statue

Ma le tue mani sono gentili ed insistenti

E cercano di riportarmi sulla terra dai viaggi astrali

 

Roberto Minichini, Gorizia, aprile 2024

Nelle cose quotidiane ( Poesia di Roberto Minichini )


Nelle cose quotidiane piccole, spesso

E negli incontri tranquilli

In spazi minimi non desiderati da nessuno

Si fanno le esperienze più belle

In cui i gesti pieni di affetto

Hanno un valore superiore ai discorsi

 

Roberto Minichini, Gorizia, aprile 2024

mercoledì 24 aprile 2024

Interessanti conversazioni ( Poesia di Roberto Minichini )


Interessanti conversazioni

Oh, quale eccelsa compagnia!

Finalmente lontani da psicologismi e soggettivismi imperanti

Tocchiamo solida materia logica, granitica e di pietra

Abbiamo accuratamente evitato

Di incontrare quei astrologi che fanno le previsioni a posteriori

E non hanno neanche saputo prevedere

Lo scoppio della seconda guerra mondiale

Noi cerchiamo quei rari astrologi

Che si nascondono nelle confraternite iniziatiche

E non fanno oroscopi per il volgo

Ma predicono le disgrazie inevitabili

A regnanti e regni

Abbiamo frequentato poi a lungo filosofi

Ora sgraditi e banditi, cancellati e dimenticati

In quanto non simpatici alla setta dittatoriale degli uguali emancipati

Ma appunto per questo speciali, geniali e rari

Siamo riusciti a fuggire dalla Rivoluzione Francese e da quella Bolscevica

Trovando ospitalità presso anziani gesuiti molto eruditi

In monasteri europei in cui ancora il Medioevo era realtà operativa

Abbiamo praticato la magia, elitaria ed efficace

Che solo vescovi e cardinali conoscevano da molti secoli

Il potere della Chiesa Cattolica si è sempre retto su autentiche pratiche magiche

Lasciando al popolo e ai profani incantesimi da quattro soldi

Che servono solo per attirare demoni nella propria vita

Grazie ai nostri talismani, potenti ed infallibili

Saremo ricevuti a palazzo dal Papa di Roma

Egli si fa leggere i tarocchi una volta al mese

Mentre si corica a letto per riposare

Abbiamo cercato, con insistenza

Di fargli capire

Che la trinità, è forse, un errore teologico

Ma non ci ha dato ascolto

Egli non rinnega la dottrina dei Santi Padri

Sapendo che anche questo momento buio

Passerà, e il serpente demonico blasfemo che domina ora il mondo globale

Se ne andrà, grazie alle preghiere di frati e suore in odore di santità

Una sola Roma è autentica

Ed è quella che è la capitale dell’Italia

 

Roberto Minichini, Gorizia, aprile 2024

Come vecchio dai capelli lunghi e disordinati ( Poesia di Roberto Minichini )


Come vecchio dai capelli mori lunghi e disordinati

Mi ricordo i bei tempi passati

In cui da giovane camminavo

Per le piazze di una Germania ancora tale

Teutonica, nordica, silenziosa e riservata

Laboriosa, onesta, disciplinata e tirchia

Avevo i capelli cortissimi e tinti di biondo

Cosi nessuno avrebbe scoperto che ero un italiano

Invece che Roberto, mi facevo chiamare Robert

Per essere completi, barone Robert von Kazzenburg

A quei tempi, in quella zona, gli stranieri non c’erano

E dovevo essere più germanico dei germanici

Vendevo ai tedeschi, felici e soddisfatti

Le mie pizze iperboree con le rune

A pochi chilometri incombevano, minacciosi

I sovietici marxisti totalitari ed espansionisti

Oltre confine, vedevo guardarmi

Una gigantesca e gelida statua di Lenin

La stella rossa, ovunque vicinissima

E le parole d’ordine del regime

Scritte in caratteri cubitali

Socialismo e Pace, la Grande Rivoluzione dei Lavoratori

Fratellanza fra i Popoli, Lotta all’Imperialismo

Tutti questi lavoratori liberati sembravano invece

Voler scappare nella Germania dell’Ovest, da noi

Al posto di blocco, controlli severissimi e meticolosi

Smontavano ogni cosa e non erano capaci di un solo sorriso

Invece qualche volta si incontravano guardie buone

Quando le persone sono costrette a portare una divisa non sono più libere

Eseguono ordini, costretti dai politici

Spesso dei vecchi faraoni al potere da decenni

La storia dell’umanità è un catalogo di tiranni e dittatori

Ogni volta che vedevo l’immagine di Erich Honecker

Mi facevo il segno della croce

Cosi mi aveva insegnato mio padre

Italianissimo ed ultra cattolico

Devoto a San Francesco e a Padre Pio

Tempi antichi in cui la Germania era ancora Germania

E io potevo ancora sognare con devozione il grande Bismarck

 

Roberto Minichini, Gorizia, aprile 2024

La parte oscura dell'anima ( Poesia di Roberto Minichini )


La parte oscura dell’anima

Rimane sepolta

Da chili di creme di bellezza

Nella finta società dei consumi

Dove l'archetipo selvaggio è represso

E tutto è una caserma linda

Solo gli sfoghi consumisti

E bassamente edonisti sono permessi

L’uomo addomesticato si trova da solo

In una gabbia di alienazione capitalista

Dove il sistema ti insegna che parole usare

Cosa pensare, come camminare ed amare

E cosi dal Canada alla Francia

Dalla Germania alla Croazia

Passando per Italia, Spagna ed ovunque

Tutti dicono le stesse cose

Hanno lo stesso stile di vita

Sono alfieri della stessa ideologia di massa

In nome della libertà e della individualità!

Hanno creato l’essere umano prodotto di fabbrica

E la parte oscura dell’anima viene rimossa, dimenticata

Mentre i cavalli della anarchia barbarica dionisiaca

Sono dispersi per mitiche montagne demonizzate

E solo nostro fratello Nietzsche, nudo

Cammina per questi sentieri irti ed impossibili

Portando con se un cavallo di nome Hermann Hesse

Roberto Minichini, Gorizia, aprile 2024

martedì 23 aprile 2024

Avevo di fronte un grande filosofo tedesco ( Poesia di Roberto Minichini )


Avevo di fronte un grande filosofo tedesco

Che diceva solo cose prive di senso

Immerso nel suo materialismo, cinismo, relativismo

Passava da una citazione all’altra

Degno sacerdote del niente postmoderno

La verità non è mai invenzione individuale

Di una persona qualsiasi, o di società secolarizzate

Sul pulpito salgono ciechi per guidare altri ciechi

Verso il buio dell’ora attuale

In cui ogni individuo pensa di essere un fondatore di una religione personale

La gara grottesca ed accelerata dell’apparire

La fuga nel deserto è necessaria

Per non ascoltare i canti tristi dei mercanti del falso

Che lottano con foga per smentirsi a vicenda e ad inventare nuovi paradigmi

Paradigmi tutti completamente privi di valore

Di fronte l’Eterno

 

Roberto Minichini, Gorizia, aprile 2024

L'illusione della vita quotidiana ( Poesia di Roberto Minichini )


L’illusione della vita quotidiana

Di una esistenza terrena per tutti transitoria

Lontano dagli idoli ed immerso nella Unità

In attesa, nel cuore, di Colui che arriverà

Ed ascoltando, senza interesse

Le infinite dottrine inventate da esseri umani

Dal tribalismo al razionalismo al politeismo

Tutto ciò è assoluto nulla

Mentre la preghiera è l’unica compagnia luminosa

E dona pace infinita all’anima

 

Roberto Minichini, Gorizia, aprile 2024

domenica 21 aprile 2024

Caro, in quale bosco ti sei perso? (Roberto Minichini)


Caro, in quale bosco ti sei perso? Non corri, più, non ridi più, non parli più, non rispondi più, non combatti più per il buono, l’onesto e il puro, ma io ti sento ancora dentro di me, so che tu sei sempre lo stesso testardo che non cede di un millimetro. I demoni potranno crocifiggerti, ma non ne ricaveranno nulla. Un amore può soltanto ed unicamente essere basato sulla purezza di una follia escatologica, e noi siamo talmente pazzi da sfidare ogni cosa che gli autonominati padroni del mondo illuminati pretendono di imporre, la loro neo dottrina prodotta dalle lobby capitaliste infernali ci vede armati dello scudo della fede in Cristo contro i demoniaci nemici del popolo, della fede dei nostri antenati, della patria e della spiritualità universale. Ma perché non guardi le bambine, sei sempre muto e guardi altrove, non fissare gli alberi, non chiudere gli occhi, non immaginarti cose che vedi solo tu in angoli strani, guarda le tue figlie, per amore di Dio! Sei la mia croce e la mia disperazione, certe volte sembri un figlio mai cresciuto. Quanti volti hai, quanti nomi hai, quante lingue parli, ma chi sei in verità? Dimmi, tu mi ami? Perché non mi baci ancora le mani, adesso, voglio che tu faccia adesso. E poi perché la tua voce si è spenta, dove è finita la tua forza, ora sei ubriaco, drogato, ipnotizzato, cosa sei? Spesso passeggio per il parco, quel nostro parco, ti ricordi, il posto speciale, solo nostro, tutto a nostra disposizione? Tu mi parlavi con foga ed occhi ispirati della battaglia sacra in corso, la chiamavi guerra santa contro l’anticristo. Ora ti vedo, che fai scappare la gente attorno a noi nel parco e ti metti ad urlare come un posseduto:- Meccanismi di manipolazione plutocratica di massa e planetari che sistematicamente smantellano il sacro vincolo dell’amore fra un uomo e una donna ci vedono agire con le più profonde forze dell’anima in senso contrario.- Io mi ricordo a memoria tutte le tue parole, mentre tu spesso non ti ricordi neanche come ti chiami o che giorno della settimana è. So ogni cosa su quella donna slovena, brutto porco infame, ti faro arrestare e torturare e dovrai scrivermi una confessione piena, con mani tremanti di vergogna e pentimento. Non hai neanche il diritto di starnutire o di cambiarti le calze senza il mio permesso, io sono la tua padrona e tu sei il mio schiavo, il mistico e il matto e il veggente che mi ha fatto diventare madre, la sensazione più bella del mondo. Quando cambierai religione e passerai a Nostro Signore Cristo, unico vero Dio, e lascerai Maometto? Tu fai il musulmano solo per poter fare il poligamo e trovi tutte queste donne strambe e deviate e mezze new age e mezze psicologhe e mezze vegetariane, ma io le ho fatte fuggire tutte. Racconterò ai tuoi sceicchi maomettani che sei sempre ubriaco di grappa e che sei un giocatore d’azzardo incallito, anche se non è vero, crederanno a me e non a te, in quanto io sono una donna e una madre e tu un irresponsabile pazzo, una larva che a malapena si trascina e non parla con nessuno, se non con le mosche. Torna, devi tornare da me e non fare il nomade e il dissoluto nichilista, non farmi diventare violenta, che quando mi scateno perdo ogni pietà e non guardo in faccia a nessuno. Ma dove è finito l’uomo che ho conosciuto? Io devo badare a crescere le bambine, non posso crescere anche te, sei un uomo maturo, la notte mi manchi, di giorno mi manchi, mi sento una vedova e ho meno di trentasei anni! E quando sono davanti a te quelle poche volte che ti vedo, parla, e non fingere di essere muto, cieco e sordo, se no ti farò mettere in una cella di manicomio, di quelle piccole e brutte, orrende, cosi ti passerà la voglia di continuare a farmi il broncio. Quando sarei di nuovo buono e normale, ti farò tagliare i capelli cortissimi a zero e radere completamente la barba, e ti farò lavare con profumi francesi deliziosi, e ti farò esorcizzare da un sacerdote di mia fiducia. Sei il mio Idiota, solo mio, un grande Idiota. Lo dice anche mio padre e ne è convintissima anche mia madre. Tutto il mondo è contro di te, arrenditi, brutto pazzo!

Roberto Minichini, Gorizia, aprile 2024

Grazie alle concubini teocratiche orientali (Poesia di Roberto Minichini)


Grazie alle concubine teocratiche orientali

Io, il vecchio peccatore della montagna, gnostico, cataro ed ottomano

Fra le loro dolci braccia di donne giovani, belle come diamanti

Ancora autenticamente femminili secondo canoni antichi

Ho sogni che svelano i meccanismi della storia

Si, ho visto, stanotte

Un anziano sacerdote medievale e reazionario

Dalla barba lunga e dalla veste nera

Che non ha mai commesso peccati

O proferito opinioni eretiche e moderniste

Egli ha il turbante bianco profumato di muschio

Mi abbraccia, mi abbraccia, mi abbraccia

Leggo i miei libri sacri e teocratici

Ora il sogno si trasforma, sono solo in una grande città

Ignoro completamente il ventunesimo secolo

Cammino per le strade in mezzo al volgo occidentale indottrinato

Servi del regno del nulla relativista individualista edonista

Il mio bastone patriarcale e gerarchico per le passeggiate

Fa miracoli per i buoni e i santi e lancia anatemi contro i demoni

Un’altra scena, a contatto con gli antenati, slavi, cristiani, ortodossi

Sono i boschi non globalisti e sovrani dove riposano le anime dei parenti

Nel mio tempio del bosco panslavo e monarchico ed oscurantista

Ho restaurato con gioia contemplativa il feudalesimo e le caste

Grazie alle mie concubine fanatiche, ho molti figli illegittimi

Futuri missionari teocratici in lotta contro i globalisti progrediti massonici

Eseguendo ancestrali e solari riti

Nel tempio di Apollo e di Zeus imperiale

Di fronte a me appare l’ennesima visione

Truppe eroiche, devote al dio persiano Mitra

Uomini forti, determinati ed assolutisti

Animati da un fervore religioso e mistico escatologico iranico meraviglioso

La risposta divina a una civiltà immorale e in decomposizione

Fratelli, pregheremo insieme, certi della vittoria finale

Noi siamo ebbri di una ubriacatura mistica gigantesca

E a grazie al cielo, dimenticheremo per sempre

Beati e pieni di spirito santo

Gli orrori partoriti dal perverso mondo moderno

La pace regnerà in mezzo ad infinte rovine

Ricostruiremo tutto, più bello di prima

 

Roberto Minichini, Gorizia, aprile 2024

lunedì 15 aprile 2024

Solo il fascino femminile (Poesia di Roberto Minichini)


Solo il fascino femminile

Ci può salvare dalla turpe modernità globale

Ti parlo della mia anima gemella Friedrich Schiller

Ma tu neanche mi ascolti

Giochi con le mie mani ascoltando del jazz

Cantando una canzone diversa dal brano

A modo tuo, sei la più grande cantante jazz che io conosca

Sei creativa in modo spontaneo, un puro dono di nascita

E canti in sloveno, e non vuoi parlare in italiano

La tua voce è dolce estasi, e chiudo gli occhi

E il libro di Friedrich Schiller cade sul pavimento

 

Roberto Minichini, Gorizia, aprile 2024

Geometrie di discorsi dimenticati (Poesia di Roberto Minichini)


Geometrie di discorsi dimenticati

Austriache bellezze che salutano con la mano

Inverno ormai passato

Un piccolo ricordo di un piccolo viaggio

Tornare nella città amatissima

Vienna

Ascoltare le memorie di un personaggio

Novantenne dal dialetto che nessun ventenne capisce

Alpinista delle nevi e dei ghiacci

Che ha esplorato tutti i continenti e tutte le lingue

E ha vissuto in Mongolia e ha vissuto in Corea

A novanta anni è depositario

Dello spirito di un Austria che fu

Di una cultura di cui si legge ormai solo nei libri

Ed è subito nostalgia

Il giorno dopo

Ci avrebbe aspettato

La meravigliosa e magica Budapest

 

Roberto Minichini, Gorizia, aprile 2024

sabato 13 aprile 2024

Natura che hai deciso di farci compagnia ( Poesia di Roberto Minichini)


Natura che hai deciso di farci compagnia

Durante lunghe passeggiate contemplative

Pensando ad alcuni filosofi, forse un poco dimenticati

Persone che si incrociano, saluti gentili

E il sole che osserva con calma ogni cosa

 

Roberto Minichini, Gorizia, aprile 2024


domenica 7 aprile 2024

Indifferente, sono completamente indifferente (Poesia di Roberto Minichini)


Indifferente, sono completamente indifferente

Ai discorsi dei filosofi del moderno relativismo soggettivista

Predicatori del niente e al servizio delle oligarchie del capitale cosmopolita

Tanto alla moda ed imperanti in quanto funzionali al potere

Un potere fatto di gente mediocre e spiritualmente vuota

Civiltà al tramonto, debole, senza pensiero trascendente, destinata a sparire

Non conoscono le leggi eterne ed inevitabili della demografia

La forza e l’orgoglio e la determinazione di antiche civiltà

Sono ciechi che guidano altri ciechi

Animati da una arroganza che non si rende conto della realtà

Di un intero pianeta sempre più ostile alla tecnocrazia consumista di massa

E alla sua ideologia del pensiero unico e debole elevato a dogma assoluto

Alla diffusione di false spiritualità che trascinano verso il basso

L’assolutismo sociologico di un individualismo senza freni e degradato

Negano sistematicamente il passato, lo sradicano con furia iconoclasta

E io cito un mio amico cinese

Egli dice: chi non rispetta il passato non avrà futuro

Ovvio

Sto imparando il cinese e prego rivolto alla Mecca

Perché sono un veggente, e conosco il futuro

 

Roberto Minichini, Gorizia, aprile 2024

In compagnia dei maghi del nulla (Poesia di Roberto Minichini)


In compagnia dei maghi del nulla

Del contemporaneo disorientamento

Può essere una forma di liberazione

Tanto per non dover ascoltare sempre lo stesso disco

Della solita retorica imperante di regime

Poter passeggiare, almeno un giorno

Con un maestro

Di antichi tempi diffamati

Dalla onnipresente isteria orwelliana

E mentre noi pratichiamo rituali di estasi arcaica

Diamo ordini alle nuvole e alle stelle

Siamo sciamani che volano col corpo astrale

Lontani dalla prigione dell’universo omologato obbligato

Verso il regno dei sogni lucidi della gnosi

 

Roberto Minichini, Gorizia, aprile 2024

venerdì 5 aprile 2024

Vagare da ore in questa foresta piena di nebbia (Poesia di Roberto Minichini)


Vagare da ore in questa foresta piena di nebbia

Ora noi non siamo più quelli che eravamo

In quanto non lo eravamo mai stati

Essendo prigionieri di una prigione che non ha nome

Ci siamo rifiutati di servire bandiere e divise

O di obbedire a preti e politici

E neanche crediamo ad ideologie o filosofie

Vogliamo che solo i santi e i folli

Gli uomini di Dio e i maghi

E quelle anime capaci di amore viscerale ed esclusivo

Ci parlino dal regno eterico dei sogni consumati

Lasciateci un poco fornicare con le nostre amanti ignote

Trattasi della unica gioia che abbiamo

In questo deserto glaciale di stoltezza e bassezza

Null’altro ci potrà salvare, ora

Che il vino della mistica, le belle donne che sanno baciare

La solitudine del patriota senza patria

E del sacerdote senza tempio

I film con Edwige Fenech e i trattati corposi dei Padri della Chiesa

 

Roberto Minichini, Gorizia, aprile 2024

Mi ricordo i tempi arcani (Roberto Minichini)


Mi ricordo i tempi arcani e lontani in cui il caro Cesare Pavese durante l’occupazione del nord Italia da parte dei tedeschi dimorava fra i frati per sfuggire a un periodo storico fatto di brutalità ed ideologie totalitarie. Egli voleva soltanto leggere i suoi libri e i tentativi di convertirlo al credo fatto da parte dei religiosi su di lui non ebbero alcun effetto. Il catechismo e la dottrina di una religione per lui non erano cultura o letteratura ma soltanto dogmatismo, la sua religione privata era quella della natura, della terra di nascita, del cielo mutevole sopra la teste delle creature e delle lunghe nuotate in qualche lago nascosto nei boschi. Egli amava la letteratura americana in quanto vedeva nell’America la libertà che in Italia e in Europa mancava, grande conoscitore dei testi originali in lingua inglese, ed eccellente ed appassionato traduttore. Anche quando scontava il suo confino, imposto dal regime fascista e trascorso vicino al mare, Cesare Pavese non faceva altro che lunghe passeggiate, nuotate nel mare bellissimo della località del sud Italia dove stava, chiacchierare un poco con la gente locale, e leggere una quantità incredibile di libri. Capiva l’importanza del mito, del folclore, delle tradizioni delle campagne, delle lingue regionali, del contatto con la terra, le stagioni della natura e l’osservare da vicino boschi, campi, prati e colline. In lui c’era la nostalgia del passato e il voler sentire e percepire profondamente le atmosfere ancestrali e gli stati di coscienze delle popolazioni premoderne e anche a lui contemporanee che coltivavano la terra di generazione in generazione.

 

Roberto Minichini, Gorizia, aprile 2024