Nei castelli dei misteri metafisici non risolti
Degli amori tramontati e dimenticati
Delle stagioni vissute da non piccoli borghesi
Chiusi dentro una contemplazione meditativa
Che osserva con indifferenza la dissoluzione di ogni forma
E il perdersi di ogni essenza
Cosi è scritto e cosi sarà
Un caos a spirale sempre più assurdo
Di contrapposizioni di fazioni tutte sbagliate
Lo spegnersi della conoscenza
L’inversione dei simboli e del linguaggio
Masse di disperati che fingono felicità
La vita umana, sempre più artificiale e nichilista
Il mercato globale delle false spiritualità e dei nuovi paradigmi
Finti tradizionalisti senza Tradizione
Falsi modernisti dalla anima oscurata
La piatta quantità sommerge ogni cosa
Filosofi che non sanno neanche perché sono nati
E in maniera dogmatica parlano contro dogmi antichi
Del cui vero significato non capiscono nulla
Progressisti che cercano alleanze con reazionari teocratici
E reazionari teocratici che corrono a vivere nell’Impero
progressista
Il mio amico monaco barbuto ed ubriacone vive dentro una
capanna di legno
Sembra una bara, talmente è piccola, circondato dalle
montagne, è felice
Legge solo libri stampati nell’Ottocento e parla solo con i
suoi gatti neri
Non ha ego, non ha desideri, è un santo peccatore tutto
particolare
La cui luce medievale è ignota a un mondo digitale, totalitario,
stolto
Roberto Minichini, Gorizia, maggio 2024
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