domenica 22 giugno 2025

Ha passato 48 ore a Berlino (Racconto iniziatico di Roberto Minichini)


Ha passato 48 ore a Berlino, sbarcando con un piccolo aereo con pochissimi passeggeri. Si è tagliato la barba in gran parte grigia, cosa che fa raramente, e si è presentato in giacca e cravatta, risultando, per il tipo che è, grottesco. Capelli corti, occhi di ghiaccio azzurri, molte rughe, un uomo di quasi sessanta anni di età. L’attuale Berlino non gli piace per niente, la chiama Babilonia la Corrotta e l’Immonda. Egli è il viandante e il nomade con il bastone di passeggio ed è accompagnato da un lupo che pochi vedono, il lupo della stregoneria teutonica. Scapolo di ferro, pratica la poligamia islamica ottomana nelle montagne dell’Anatolia, convertito all’Islam ortodosso sunnita e membro di una confraternita di sufi, non crede a forme di Islam moderniste o militanti, ma solo al tradizionalismo quietista più retrogrado e mistico. Disprezza le masse, la quantità, il turismo e la tecnologia ed avverte una antipatia istintiva verso giornalisti, propagandisti e partiti politici e parlamenti. Se finge di non vedere non significa che non veda. Se finge di non capire non significa che non capisca. Se finge di non sapere non vuol dire che non sappia. Tratta i parenti e i figli con assoluta indifferenza e già difficile se riescano a parlare con lui. Porta in Turchia la barba lunga da fanatico convinto di essere in possesso dell’unica religione vera, come tutti i fanatici, inoltre ha copricapo un turbante bianco vecchio ed usurato che odora di pizza, pesce, cioccolata e kebab. Sogna la restaurazione dell’impero tedesco e dell’impero ottomano, pur evitando ogni attività politica come peccato morale, è duramente anti massonico, ha in orrore la civiltà dei consumi e l’individualismo. Lui, fra l’altro, è anche un eccellente compositore e suonatore di pianoforte e di violino, cosa che molti ignorano, in quanto si esibisce in tutto il mondo con uno pseudonimo d’arte, guadagnando molto bene. Parla ventidue lingue e ha diciotto figli, avuto con sei donne diverse. Critico cinematografico, pittore, musicologo e musicista, ha letto tutte le opere dello scrittore Hermann Hesse in tutte le diverse lingue che conosce. A Berlino ha incontrato i suoi discepoli nella antica e reazionaria e crudele arte della stregoneria teutonica, di cui è uno dei pochi depositari autentici ed altamente qualificati. Insegna come docente di occultismo a pochi studenti selezionati con criteri estremamente severi. La stregoneria teutonica non è uno scherzo e non è avvicinabile dalle masse di profani amorfi e privi antenati aristocratici. Ha un tatuaggio sulla chiappa destra, che solo le sue amanti conoscono, c’è scritto: ”Lupo della steppa germanico”, con il disegno del volto di un lupo alla fine. La cosa strana è che le sue amanti non sono come lui, sono esattamente l’opposto in tutto a lui. Davvero misterioso, ma sarà il frutto e l’azione della stregoneria teutonica e delle sue manifestazioni imprevedibili e non comprensibili a mente razionale.

 

Roberto Minichini, Gorizia, giugno 2025

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