venerdì 23 maggio 2025

I tuoi occhi sono inconfondibili (Racconto breve di Roberto Minichini)


I tuoi occhi sono inconfondibili. Vi leggo il volto di tuo padre, quell’uomo santo, tristemente passato al regno dei morti ancora nel fiore delle forze, lui era una anima piena di virtù e di saggezza. Corrisponde al vero il detto che l’albero si riconosce dai frutti. Giovane donna piena di risorse, che suoni il pianoforte, canti in chiesa e dipingi quadri alquanto strani. Quanto sei bella, quanto sei giovane, quanto sei incredibilmente sensuale e naturale e i tuoi capelli lunghi e biondi mi fanno pensare alle donne fertili degli antichi vichinghi. Io non sono un vichingo, io sono un turco e sono pure un musulmano molto ottomano. Ma cosa sei venuta a fare qua, fino a questo punto ti sei spinta, forse sei una pazza, posseduta dai demoni della follia inguaribile? Siamo in un territorio molto remoto privo di città ed istituzioni statali e non c’è alcuna presenza umana, ci troviamo in mezzo ad una natura dura e selvaggia, soli e completamente liberi. Qui abitano solo eremiti e personaggi eccentrici di vario tipo, poi qualche monaco più o meno irregolare e fuggito da certi monasteri troppo severi ed oppressivi, dove si predica la dottrina errata della trinità, da noi rifiutata. Inoltre presso di noi non si adorano idoli, non ci sono statue o immagini sacre, è proibita la magia e sono vietati gli strumenti musicali, la televisione e il gioco d’azzardo. Come vedi la dimensione esistenziale ed ambientale attorno è rudimentale, quasi del tutto primitiva, viviamo felici lontani dal consumismo e dall’edonismo, dal capitalismo individualista amorale, lontani dalla tecnologia, lontani dalla politica e dal giornalismo, lontani dalle ideologie umane, ma siamo vicini al sacro e a Dio. Questo non è un posto per te, è un posto per vecchi e per disperati e per melanconici dall’umore nero e per contemplativi autentici, che fuggono per santa misantropia dal resto della umanità. Se vuoi stare nella mia tenda ti avverto che per te potrebbe essere una esperienza traumatica. Ogni tanto i demoni della perversione mi cavalcano, soprattutto di notte quando mi dedico alle mie bottiglie di grappa analcolica e ai miei sigari cubani marxisti, e da sacerdote pio, devoto, angelico e bucolico, mi trasformo in un osceno fornicatore dedito agli idoli delle basse passioni animalesche. Inoltre tendo a fare prediche teologiche lunghe anche diciotto ore di seguito per non parlare poi più in seguito per molti giorni, neanche una parola, silenzio assoluto. La mia lunga barba disordinata ed ormai irrimediabilmente bianca, che odora sempre di grappa analcolica turca, ti impressiona? Riesci a percepire che non mi lavo da settimane e che ho i piedi giganti? Non sono però un talebano, sono un eretico gnostico yogico tantrico francescano cataro ismailita che lotta da una vita contro la massoneria universale. In questa zona sono vietati i giornalisti, gli atei, i cani, gli alcolici, la democrazia e i cibi vegani. Si mangia solo carne, tanta carne arrostita a cielo aperta, carne direttamente cacciata da noi, autentica selvaggina, dono di una terra vergine ed ancestrale generosa. Ma niente carne di maiale, grazie a Dio, non siamo miscredenti e non ci nutriamo di cibi impuri. Adesso hai deciso di andare subito via? Si? No?! Vuoi rimanere. Sei testarda, limpida e coraggiosa come tuo padre, pace all’anima sua. E i tuoi occhi magici ed ipnotici, assolutamente fantastici ed azzurri come un diamante, mi dicono che hai anche la sua notevole intelligenza, allora sai cosa stai facendo. Quel poverino del tuo babbo era un brav’uomo, comunicava con gli angeli e conduceva una vita di preghiera. Se hai preso da lui forse riuscirai a sopportare il nostro regime di vita qua. Tua madre non l’ho mai conosciuta, se vuoi me ne potrai parlare tu, ne sarei felice. Quanto sei incredibilmente bella, sembri la dea ancestrale della fertilità. Ti scongiuro, dolce apparizione venuta dalla civiltà dei moderni, non far vacillare la mia aureola di sacerdote ieratico e ligio ai suoi doveri teocratici. Sono un uomo autorevole e spesso ubriaco che amministra i sacri riti alla comunità di anacoreti che abitano in questa regione dimenticata ed abbandonata da tutti. Dio è grande e Dio ha creato delle donne splendide e paradisiache per mettere al mondo fa futura generazione di anime pure e credenti, una generazione erede di dell’antica catena mistica d’oro.

 

Roberto Minichini, Gorizia, maggio 2025

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