Quanto è bello il medioevo
Dove ci sono ancora le tribù
I villaggi pieni di figli giovani
Che crescono liberi
In mezzo ad una natura crudele
Voi siete forti e non vivete di comodità
Coltivate e pescate con le vostre mani
Affrontando ogni fatica, ogni prova
Lontani dalla civiltà degli evoluti
Dall’orrore degli omologati sorridenti
Qui c’è la pace e l’armonia
Suoni divini, canti senza musica
E una estetica e uno stile
Severamente socialista
Anticapitalista
Anticonsumista
Anti individualista
Nel freddo e nel gelo
Noi avvertiamo gioia
Quel piacere primordiale
Che si chiama patria cosmica
I nostri figli sono come alberi possenti
Le cui radici sono tali
Che non si possono spostare
Preghiera ed agricoltura
Virtù e bontà
Vogliamo trasmettere
L’ideale di santità
I figli, che hanno il nostro volto
Essi sono noi
E noi siamo essi
Fedeli al passato
Padroni del futuro
Nel regno di un amore infinito
Roberto Minichini, Gorizia, maggio 2025
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