Questa volta, per rapirmi per l’ennesima volta e trascinarmi in questa zona, una distesa immensa e gelida e vuota, a me completamente sconosciuta, hanno usato una specie di elicottero, ma non chiedetemi di cosa si tratta, non capisco nulla di queste cose. Sono una vittima innocente di situazioni più grandi di me e vengo solo sfruttato per guardare dentro le sfere di cristallo, parlare con gli spiriti dei morti e fare voli sciamanici e poi riferire tutto a chi di dovere. Certe volte ho l’impressione di essere trasportato da un pianeta all’altro in tempi molto brevi, altre volte percepisco di marcire da secoli in una uniformità banale desolante. Quando dicono che tutto il mondo è soltanto un piccolo paese hanno ragione, gli esseri umani e le loro vicende, spesso brutte e tragiche e dure da sopportare, sono veramente ovunque uguali. A tratti il pianeta terra sembra un pezzo dell’inferno, e le brutte cose e gli orrori e le cose squallide ed immorali che accadono ovunque e dovunque, ne sono una chiara conferma. Disprezzo tutti i politici e tutte le ideologie e tutti i governi, è l’umanità ad essere storta e sbagliata nella sua natura cattiva ed egoista ed avida, e nessuna politica potrà cambiare la essenza peccaminosa e malvagia e demonica degli umani in alcun modo. Ho visto quella zona, di cui ho parlato nella trasmissione televisiva in cui ero ospite, ma poi hanno bruscamente interrotto i collegamenti e mi hanno silenziato, e spiegavo la vicenda di quella misteriosa zona, mi ero recato in quel territorio irraggiungibile diversi anni fa, quei gruppi di villaggi dispersi nel nulla, dove allevano con meticolosità scientifica tutti quei bambini, che vengono concepiti ogni anno con donne diverse e da padri selezionati per origini aristocratiche e caratteristiche mentali e che fanno parte del programma. Le donne giovani destinate a diventare madri una volta ogni anno sono rigorosamente selezionate da una autorità speciale preposta, con severissimi controlli genetici, psicologici, biografici e di storia familiare. Trattasi di uno esperimento, e se pensano di essere originali, si sbagliano, sono un esperto di storia e questi tentativi hanno dei precedenti che fanno venire i brividi. Mi sono opposto a tutto ciò, ma non mi hanno ascoltato, sono stato messo ogni volta in minoranza. Io finisco sempre in minoranza, e se insito a creare problemi, vengo punito, spesso rinchiuso dentro una prigione abbandonata da decenni, in qualche foresta piena di scarafaggi giganti puzzolenti orrendi. Comunque grazie all’esperimento per il ripopolamento urgente e rivoluzionario, sono diventato padre per decreto statale, molto infelice e solo biologico, di ventitré bambini, undici femmine e dodici maschi. Scrivo a fatica e sono in sedia a rotelle. Se mi chiedete dove sono vi dico che non lo so, come al solito, mi hanno prelevato senza il mio consenso e portato dove volevano senza dirmi nulla. Non mi oppongo mai, mi lascio andare chiudendo a un certo punto gli occhi ed immaginando di essere un monaco vestito di nero che vive in un monastero medievale, quando l’universo era ancora sano e normale e non impazzito come adesso, essi, questi energumeni barbarici e potenzialmente brutali, sono troppo numerosi e molto più forti di me, e non parlano, inutile fare domande. Quando guardo loro nel volto vedo il gelo cinico ed amorale della loro anima, forse non hanno sentimenti o pensieri propri, certe volte mi chiedo se siano esseri umani o altro. La cosiddetta democrazia di cui dovrei teoricamente essere cittadino non mi ha mai protetto una sola volta, fingono di non vedere e di non sapere, sono probabilmente impauriti o addirittura complici di queste vicende allucinanti che vanno contro ogni logica dello Stato di diritto. Siamo entrati una epoca storica post democratica, e tecnocratica digitale presto transumanista, in cui rimangono solo le forme della democrazia, affinché le masse di stupidi sudditi, perse nel loro ottuso individualismo narcisistico e relativismo morale consumista, non si accorgano di nulla, e grandi imperi autocratici al servizio della idolatria del denaro e degli affari mondiali si spartiscono il destino dei popoli, che non contano mai nulla e meno conteranno in futuro, come se questi popoli, che dovrebbero essere liberi e sovrani, siano pezzi di una torta da rubare senza scrupoli. Sono un vecchio occultista e mago e stregone e sciamano matto, un povero e melanconico nonno pieno di nipoti illegittimi che non ho mai avuto il dispiacere di conoscere, e ho passato gran parte della mia disgraziata ed assurda vita ad esercitare il mestiere di monaco taoista tantrico itinerante e a parlare infinte lingue e a non sapere chi sono. Non ho un nome e non ho un cognome, non ho mai avuto genitori, i miei figli non hanno mai conosciuti il padre, e le mie donne, numerose e tutte a tempo determinato, non hanno mai saputo chi ero. Non avendo io una vera identità propria, e non avendo un centro del mio essere, venivo chiamato fin da giovane con il nome di camaleonte, il che per me rappresenta una condanna, una schiavitù e una disgrazia perenne. Quando avevo dieci anni, un giorno ero a scuola, in quella Germania allora ancora divisa in due, ed io ero nel campo occidentale capitalista e i comunisti erano considerati i diavoli di cui parlavano male e con orrore, mi ricordo che era l’ora di matematica, ero il più bravo in matematica, anzi, ero il più bravo in tutte le materie, quel giorno mi hanno fatto uscire fuori dall’aula, delle persone che a scuola non avevo mai visto prima. Poi mi hanno portato in un’altra aula, vuota, dove ho atteso molto a lungo, e mi annoiavo tanto. Non ero mai entrato in quell’aula, non sapevo neanche che esisteva, alla parete c’era un grande ritratto di Albert Einstein. A certo punto entra un signore molto magro e molto alto, dai capelli scuri e dai modi piuttosto freddi e severi. Mi ha dato dei compiti da svolgere, una cosa che non mi piaceva affatto, dicevo che avevo sete e che dovevo andare al bagno, ma mi fu risposta che non potevo lasciare l’aula finche non compilavo con cura e con successo le pagine del compito. Poi fui lasciato da solo nell’aula e cercai di vedere se potevo scappare. La porta era chiusa, e anche le finestre, inoltre anche se erano aperte ero troppo in alto per saltare e fuori e fuggire. Guardai per strada. Grandi macchine nere, con uomini molto alti vestiti tutti di scuro. Ho cominciato ad avere paura e misi a chiamare a voce alta mia madre. Ovviamente non c’era. Non riuscivo a risolvere i compiti che mi erano stati imposti, erano troppo difficili, ed io ero troppo nervoso ed impaurito e disperato per potermi concentrare. A un certo punto entra nell’aula un altro ragazzo, molto più grande di me, praticamente un giovane uomo, pallido come un cadavere, brutto, grassoccio. Non posso riferire il suo nome, inoltre nessuno mi crederebbe. Questo uomo oggi è un crudele e ricchissimo potente, salito molto in alto nella scala gerarchica dell’umanità, mentre io sono uno sfortunato ed isolato signor nessuno che a malapena cammina, e passa gran parte del tempo seduto su una sedia a rotelle o una vecchia poltrona, mangiata dai topi. Lui parla con almeno trecento persone ogni giorno, e tutti gli danno sempre ragione o lo onorano, mentre io non posso parlare con nessuno, mi è stato vietato, pena l’arresto, la condanna e la deportazione, e quindi converso soltanto con me stesso e con i tristi fantasmi del mio passato completamente idiota. Teoricamente solo il mio pappagallo mi potrebbe capire, il problema è che è morto, schiacciato di notte da un camion che trasportava maiali vivi da allevamento.
Roberto Minichini, Gorizia, aprile 2025
Nessun commento:
Posta un commento