I ricordi
Sono l’unico ponte rimasto in piedi
Tutto il resto è crollato
Spazzato via
Dalla terribile irrazionalità
Che agita gli individui, come le nazioni
Una volta dicevano
Che genio e follia
Sono strettamente imparentati
E anche genio e barbarie
Questo, la pseudo civiltà buonista consumista
Non è in grado di vederlo, per troppa stupidità
Se pensi che sia interessante
Finire dentro una tempesta nel deserto
E sperimentare un grande terremoto
Assistere agli orrori
Di una dittatura
Corrotta ed autoritaria
Ti dico che è invece molto noioso
Ho poca stima per il genere umano
Incapace di pace, silenzio
Ecumenismo universale
Riflessione contemplativa
Che ignora l’ideale della santità
E della purezza
Più che la quantità
L’esteriore
L’attivismo
La ricerca di applausi e vittorie
Il volersi divertire
E giustificare peccati
In nome di una libertà
Basata sulla menzogna e l’abuso
Bisognerebbe cercare altre dimensioni
E non imporre ideologie
Perseguitare minoranze religiose
Aggredire chi non si piega
Allo spirito deleterio dei tempi
E al potere politico economico
Che domina anche la cultura
Perenne serva e schiava
Con i sacerdoti laici del regime capitalista
Alla ricerca di posizioni e notorietà
Squallore piccolo borghese infinito
Con in tasca
La tessera
Della massoneria globale
E dei partiti ufficiali del sistema
Noi siamo un’altra cosa
Siamo i ribelli, i partigiani, usciti dal medioevo
Con la barba lunga e i capelli a forma di serpente
Che si sono ritirati in montagna
Nudisti
Vegetariani
Anarchici neoplatonici
Pazzi
Con le ascelle che puzzano molto
Barbarici
Roberto Minichini, Gorizia, aprile 2025
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