domenica 16 giugno 2024

Un prete mancato (Racconto breve di Roberto Minichini)


Come fenomeno di compensazione, quando non si riesce a trovare un proprio equilibrio interiore, un proprio centro, possibilmente spirituale e contemplativo, ci si immerge nelle attività sociali esteriori, magari si intraprende la strada della carriera politica, per mostrare al mondo quanto si vale. Ciò che non si ha all’interno lo si vuole disperatamente conquistare all’esterno. Una derivazione di tutto ciò è cercare il consenso, distorsione mentale da civiltà democratica dei mercanti, e non ci si rende che voler compiacere per forza gli altri esseri umani e piegarsi ai loro miserandi gusti, capricci e pregiudizi, è cosa assai inutile ed illusoria. Gli eroi degli uni sono i delinquenti degli altri, i santi degli uni sono gli eretici degli altri, gli innocenti degli uni sono i colpevoli degli altri, i sapienti degli uni sono gli ignoranti degli altri, quello che è libertà per gli uni, è oppressione per gli altri. Spesso durante i miei voli sciamanici incontro nel mondo degli spiriti l’ex dittatore della Germania dell’Est Walter Ulbricht (1893-1973), il quale per ore mi tiene sermoni su come lui abbia speso tutta la vita di impegni e sacrifici alla causa della classe lavoratrice, della pace e della costruzione del socialismo. Neanche si rende conto che in Germania oggi nessuno se lo ricorda, se non forse qualche anziano che ha dovuto patire sotto il suo regime. Tutti i dittatori sono fatti cosi: pensano di essere dei benefattori dell’umanità, e agli occhi dei loro adepti e dei militanti dei loro partiti lo sono. Mi ricordo che da giovane mi raccontavano che il marxismo non era una ideologia ma una scienza e che il socialismo era il futuro inevitabile del mondo, era solo questione di tempo, e che le contraddizioni interne del sistema capitalista, lo stile degenerato ed immorale di vita della classe e della società borghese e del suo sistema di dominio, avrebbe portato al crollo di tutti i regimi capitalisti entro pochi anni. Ho davanti ai miei occhi ancora professori universitari e giornalisti alla televisione che facevano questi discorsi, tacciando di ignoranza chiunque osasse mettere in dubbio le loro tesi apodittiche. Ho ascoltato trasmissioni radio dove eminenti studiosi ed intellettuali argomentavano come in regime capitalista non ci potesse essere mai alcuna vera democrazia o liberta. E su questo forse avevano pure avere ragione, il capitalismo crea inevitabilmente un dominio oligarchico sovranazionale, fatto anche di controllo dei mass media e delle istituzioni scolastiche e culturali, ne ha bisogno per funzionare e continuare a vivere, e quindi tutto ciò non ha nulla di democratico. Non ha nulla neanche di democratico neanche il socialismo, è semplicemente una gabbia ugualitaria omologante coatta, una prigione a cielo aperto. Poi sotto il socialismo tutta la cultura era in mano alla ideologia dominante, generalmente i funzionari culturali in tutte le epoche storiche sono espressioni del potere politico, e cosi era anche sotto il socialismo. Misteriosa anche l’origine del dogma democratico, qualcuno ha decretato, forse qualche concilio religioso ateo e laicista, che la maggioranza, più o meno sinceramente accertata e non manipolata o indotta a delle scelte, possa avere un livello di maturità e saggezza tali da poter prendere decisioni valide. Sinceramente mi pare un dogma fasullo e piuttosto lontano dalla realtà. Inoltre è facile rendersi conto, che tutti i regimi, anche quelli più tirannici e totalitaria, affermano di basarsi sul più libero e spontaneo consenso popolare. Ho smesso di credere a Babbo Natale all’età di otto anni, ho smesso di credere al socialismo all’età di dieci anni e ho smesso di credere alla democrazia all’età di dodici anni. Una volta raggiunto il quattordicesimo anno di età, ho capito che la politica è una illusione e una menzogna, sempre, e ho animato un mio piccolo circolo culturale di apatici anarchici pacifisti e mi sono messo a fare il pranoterapeuta per signore, e mi dilettavo anche di cartomanzia, radiestesia e sedute spiritiche notturne. Furono inoltre anni intensi di litigi e discussioni con i preti cattolici, non riuscivo a capire la trinità, la divinità di Cristo, il come la composizione del Nuovo Testamento sia frutto di riunioni umane avvenute secoli dopo la vita di Gesù, e da dove sia spuntata tutta questa struttura gigantesca ed autoritaria del clero. Inoltre non riuscivo a capire come si faceva a dire di essere monoteisti e poi le chiese erano tutte piene di immagini e di statue. Alla fine un sacerdote cattolico italiano, mio caro amico, ha prospettato l’ipotesi che io ero indemoniato e che un esorcismo mi sarebbe stato d’aiuto per chiarirmi le idee e comprendere finalmente la fede. Inoltre diceva che la mia mentalità era frutto di una famiglia di socialdemocratici atei, mia madre però ha sempre creduto in Dio ma non credeva ai preti delle varie religioni, inoltre sarei stato influenzato della cultura razionalista ed iconoclasta del protestantesimo tedesco, e che se continuavo con le mie eresie più in là con gli anni sarei potuto cadere nella seduzione della massoneria laicista e deista. Durante una seduta spiritica chiesi all’anima di San Francesco cosa dovevo fare e San Francesco mi disse che dovevo smetterla con le sedute spiritiche. Poi a Udine conobbi una signora che aveva incontrato dal vivo e parlato direttamente con Padre Pio (1887-1968), lei diceva che mi avrebbe guidato spiritualmente ed avrebbe sciolto i miei dubbi teologici, invece cademmo nel peccato della fornicazione per qualche mese. Alla fine questa signora era talmente arrabbiata con me e si mise ad inveire accusandomi di essere un diavolo e che lei aveva copulato con il demonio. In treno verso Milano mi ponevo domande dottrinali del tipo: ma chi copula con il diavolo mette al mondo figli diabolici se nascono figli? Quanti esseri umani sono nati da diavoli? La democrazia concede il diritto di voto anche a coloro che sono nati da padri diabolici? Forse per questo la Chiesa non è democratica ma rigidamente gerarchica e selettiva. L’unica cosa che mi è rimasta del mio rapporto conflittuale con la Chiesa Cattolica è l’aver capito che il culto della gerarchia e dell’autoritarismo permette alle istituzioni di sopravvivere per secoli, attraversando periodi storici diversissimi fra di loro. Queste considerazioni potrebbero essere eretiche, sono eventualmente la suggestione esercitata sul mio inconscio mentre ero bambino, dal mio maestro privato di musica bavarese, il quale oltre ad essere un nazionalista tedesco fanatico, si era fatto protestante per lottare contro quello che lui chiamava invasione latina sullo spirito germanico, e vedeva nella Chiesa di Roma un trucco degli italiani per dominare il mondo. Mi sono dovuto sorbire centinaia di ore di discorsi contro i gesuiti, il papato, la massoneria e il marxismo cosmopolita, la psicanalisi freudiana e l’arte astratta degenerata e di musica non si studiava nulla, non ho mai imparato a leggere neanche le note musicali con lui, queste cose le ho imparate invece a scuola. Se non sono mai diventato sacerdote cattolico è sicuramente colpa del settarismo del protestantesimo tedesco oltranzista di una volta. La colpa è di Lutero. Oppure no?

 

Roberto Minichini, Gorizia, giugno 2024

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