Mi trascino lentamente a malapena per le strade delle città
italiane, sostanzialmente con la testa fra le nuvole, concentrato su pensieri
che mi trasportano altrove. Dopo un breve viaggio nei Balcani, immerso in un
bellissimo clima slavo, sono tornato stanco in una Italia di cui comprendo la
lingua ma non la cultura e la mentalità. A Belgrado ho visitato la tomba di
Josip Broz Tito, ed è forse la ventesima volta che lo faccio. Ignoro il caos
politico attorno, parlo con bellissime donne di esegesi biblica ed escatologia,
mangio e bevo tanto, come un re. La mia donna slovena, che finora non ha
conosciuto questa mia natura esuberante e socievole, capisce la lingua serba ma
non la sa parlare. Io le dico: -non ti preoccupare, questa è casa tua, noi
slavi siamo tutti una unica famiglia-. Lei è felice, e quindi anche io sono
felice. Per imparare a parlare un italiano stentato con erre moscia da tedesco
ci ho messo parecchi anni, prima parlavo soltanto serbocroato e nei miei sogni
anche una variante del cinese arcaico. Il primo italiano che ho conosciuto in
vita mia si chiamava Gabriele D’Annunzio e l’ho conosciuto a Fiume in Croazia,
partecipava a un corso per imparare la lingua croata ed era un comunista
convinto. A quel tempo, tre decenni fa, c'erano ancora i veri comunisti in
Occidente, e quindi anche in Italia, che volevano abolire senza sconti il
capitalismo cosmopolita e lottavano contro la borghesia e puntavano ad
instaurare un socialismo duro. Oggi in Occidente il comunismo è stato comprato
e modificato dal capitalismo finanziario e dalle sue logiche di inversione ed
usurpazione. Uno spettro si aggira per l’Europa, ed è lo spettro della
omologazione dei costumi, della rinuncia allo spirito critico, del conformismo
ideologico ottuso, e della sottomissione totale al consumismo e a stili di vita
individualisti contrari alla rigida ed autentica etica socialista. Essendo io
capo assoluto e dittatore patriarcale del Partito Comunista Teocratico della
Jugoslavia Sovrana ed Unita, e ho come modello Fidel Castro il grande
autocrate, mi dissocio da tutto questo e faccio appello alle masse popolari
consumiste perse nell’individualismo piccolo borghese di farsi un esame di
coscienza e di non mettersi al servizio volontariamente del dominio del
capitale e del mercato libero dell’alta finanza cosmopolita. Tutti i gruppi
politici sotto il regime capitalista sono creati e controllati dall’alta
finanza e dalle lobby della omologazione orwelliana dell’umanità, e lo stesso
vale per i mass meda, le università e la cultura. Il primo comunismo ha vergognosamente
fallito perché era ateo e moralmente crudele e corrotto, e nessuna civiltà atea
e materialista può sopravvivere a lungo, in quanto viola le leggi del cielo e
del divino, il secondo comunismo, quello primordiale, è profondamente mistico,
irrazionale, apocalittico. Tutti gli uomini del nostro partito devono portare
la barba lunga tre metri, avere almeno sei figli, inoltre portare gli occhiali
unti e sporchi, parlare sempre con la erre moscia tedesca, e bere la sera
almeno due bottiglie di sacra grappa analcolica croata. Poi è assolutamente
obbligatorio mangiare almeno cinque kebab con patatine fritte alla settimana. Chi
non rispetta queste regole sarà sottoposto a procedimento disciplinare e
rischia l’espulsione dal Partito Comunista Teocratico della Jugoslavia, il
quale ha per ora solo quattro iscritti, sono pochi ma hanno capito la natura
profondamente monoteista e tradizionalista ed ancestrale del marxismo platonico
distopico.
Roberto Minichini, Gorizia, settembre 2025
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