Certe volte è piacevole stare in contemplazione silenziosa
Ed ascoltare i flauti mistici dell’Anatolia
Dialogando con la mia amica teologa del Bangladesh
Una studiosa del sufismo immersa nell’Amore Divino
E le racconto delle mie impressioni negative
Dopo aver visitato una Germania triste
In cui ogni volta ti vogliono indottrinare
Con la solita arrogante intransigenza illuminista
Ma io soltanto fingo di ascoltare i dibattiti
Su elezioni di cui non mi importa nulla
Tutti questi partiti sono uno peggio dell’altro
Con il mio bastone arcaico teocratico respingo
Le fazioni di un mondo laico, moderno e vuoto
E mentre ho assistito a qualche conferenza
In cui era pieno, come al solito
Di supposti filosofi e supposte filosofe
Mi sono addormentato dalla noia
Di fronte a cosi tante banalità mediocri conformiste
Tutti ribelli a parole, al servizio dello spirito dominante
però
Una volta ero tedesco
Ma ora mi sono dimenticato di esserlo mai stato
Solo Hermann Hesse, che di notte mi visita nei sogni
Con la sua veste bianca e il suo grande turbante
Merita di essere ascoltato e letto
Ma anche lui è fuggito dalla Germania
In quanto era un uomo buono e saggio
Roberto Minichini, Gorizia, febbraio 2025
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