A contatto con gli gnomi dei boschi, che vengono a salutare dopo ogni pioggia rinfrescante. Esplorare il mistero degli alberi, nelle zone profonde, dove gli esseri umani generalmente non arrivano, o ne arrivano in numeri assai limitati. Camminare lentamente, trascinarsi, togliere le scarpe e continuare ad avanzare a piedi nudi. La terra è la forza ancestrale che mette a contatto con le radici, con il divino che non ha bisogno di scritture, con gli antenati. Dopo aver pranzato nel piccolo ristorantino sloveno, i titolari sono vecchi amici, ed aver conversato e scherzato con un piccolo gruppo di turisti austriaci, ora è il momento di rifugiarsi nel regno di madre natura. Raccogliere le pietre che hanno una forma e un colore particolare, usarle per lanciare piccoli incantesimi, e poi per una breve divinazione. Riposare distesi, nell’umido. Inutili i discorsi, che fanno parte delle interazioni sociali comuni, qui, ora, è il silenzio che parla e si usa la telepatia. Da nomade perenne, la cosa che amo di più sono le radici, e da qui a pochi chilometri c’è il confine croato, lo passeremo a piedi. Immaginare di essere per un momento lontani dalla civiltà delle apparenze e dei consumi, dalla tirannide del turismo e del capitalismo edonista e dall’arrivismo ossessivo, rimanere fermi a non desiderare niente, come gli anziani contadini al tramonto, in romanzi dimenticati, godere solo del momento. Una gita a ritrovare la terra materna, la piccola patria, la Croazia, ma anche la Slovenia è la mia patria, territori che sono un balsamo per l’anima, boschi e campi che conservano ancora profondamente la autoctona atmosfera della mia infanzia, un universo inconfondibile e meraviglioso per me. Basta evitare le zone turistiche e i segni, tristi ed inquietanti, della civiltà digitale e postmoderna. Al mare, nelle ore tarde, quando il sole non c’è più, in spiagge minuscole, inaccessibili e vuote, ad ammirare le stelle e a cantare stonati canzoni prive di senso, ridendo e non pensando al domani. Vivere facendo a meno delle chiacchiere invasive dei mass media, percepire l’ospitalità degli elementi della natura, sospesi in un limbo piacevole, essere fratelli e sorelle della notte.
Roberto Minichini, Gorizia, luglio 2025
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