sabato 21 settembre 2024

Ti ringrazio di avermi invitato in codesto paradiso terrestre (Racconto breve di Roberto Minichini)


Ti ringrazio di avermi invitato in codesto paradiso terrestre, per parlare dei tempi passati, in cui abbiamo vissuto insieme vicende incredibili, prima di trovarci su questa isola chiamata Islanda decenni dopo. Abbiamo scelto come argomento di conversazione il gioco degli scacchi. Lasciare fluire i pensieri, stare in profonda meditazione mentre si parla amici comuni morti, e di falsi amici e di mostri che era meglio non incontrare. Il mondo, da un lato è un posto splendido, da un lato è squallidissimo e degradato ed è degradante permanervi, ma grazie alle beatitudini della vita contemplativa noi non ci perderemo mai, in quanto il nostro contatto è anche telepatico. Siamo eremiti erotomani e padri di molteplici figli mai visti sparsi per tutti i continenti in quanto facciamo parte della setta gnostica antinomica dei beati visionari dei tempi ultimi. Questi sei cani neri che vedi sempre accompagnarmi in verità non sono cani ma demoni a mia disposizione, spiriti alleati e numi tutelari oscuri, guardiani della soglia. Attualmente sono dedito allo studio delle Upanishad e della vita di Mao Tse Tung. Recentemente sono stato a Belgrado a trovare una vecchia amante ora diventata ideologa di non solo quale movimento per il bene universale, gli anni passano, e lei da fiera ninfomane militante si è trasformata in noiosa filosofa e riformatrice, accusandomi di ogni genere di infamia, oramai è una suora con il dito puntato contro i supposti dittatori dell’oscurantismo perenne che esistono solo nella sua mente, estremista laica e laicista, incapace di comprendere i misteri profondi della teocrazia monarchica medievale, una anima infelice che a mio avviso finirà a fare la politicante e renderà il mondo il posto ancora peggiore. La via verso l’inferno è lastricata di buone intenzioni e secondo lei è una buona intenzione far aderire la Serbia alla Comunità Europea. Io invece mi auguro che ciò non accada mai e che la Unione Europea si dissolva, crolli, sparisca per sempre. A casa sua ho trovato una trentina di gatti, con alcuni dei quali ho fatto a botte per ore per conquistarmi un posto sui vari divani presenti, e la mia amica si era messa ad urlare che ero un criminale e che traumatizzavo come un osceno barbaro i suoi poveri felini. In soggiorno ho trovato appesa una mia foto da giovane, abbracciato a lei, eravamo in spiaggia da qualche parte nel Montenegro. Lei si avvicina a me e dice: a quel tempo eri buono e in parte sembravi anche, ogni tanto, normale. Accanto alla nostra foto c’è la foto di Josip Broz Tito, ex dittatore comunista di ferro e mio parente materno neanche tanto lontano anche se collaterale. Mi sento avvolgere dalle sue mani calde e poi la sento dire: ho paura del futuro. Le chiedo: dove è tuo figlio?  E lei: non lo so, è da due anni che non parla con me. Le rispondo: visto che il padre che ha, tale padre e tale figlio. E lei ha subito l’argomento a disposizione e mi risponde con tono aggressivo: è quello che dicono anche i tuoi figli di te, quelli ormai grandi, e lo diranno un domani anche quelli che sono ancora piccoli. Sono convinto che noi ci scegliamo i nostri genitori prima di venire su questa terra, nulla accade per caso. Ma è inutile discutere con una persona atea, preferisco cambiare argomento. Le chiedo: vuoi fornicare un poco con me, potrebbe essere l’ultima volta che mi vedi, oppure vuoi parlare stanotte di filosofia esistenzialista francese? E lei: è da trent’anni che tiri fuori questa storia che è l’ultima volta che ti vedo e poi sei sempre di nuovo qua. Durante la notte mi sveglio accanto a lei a letto e nel buio la sveglio e le dico: chi sei, cosa ci fai nel mio letto, come ti chiami e cosa ci fai qui? Mi tira due schiaffi e urla: questo è il mio letto e non il tuo, brutto pazzo!

 Roberto Minichini, Gorizia, settembre 2024

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