giovedì 3 ottobre 2024

Timidi sguardi verso la bellezza esotica (Roberto Minichini)


Timidi sguardi verso la bellezza esotica. Lontana l’età verde degli impulsi sfrenati. Ci si guarda negli occhi, come fra persone che hanno forse l’anima in sintonia. Non ho più ricordi, tutto è al presente, in questo attimo. Tu sei sveglia e hai assistito all’alba. L’insensibilità coatta delle ambizioni smodate della società di massa ora qui non ci può raggiungere. Forse tutti e due vogliamo l’autenticità e non penose recite. Per quello il silenzio e gli sguardi sono un parlarsi assai saggio. Non dirmi il tuo nome, si conoscono spesso più a fondo le persone di cui ignora tutto ma di cui si percepisce la luminosa presenza. Quanto sei bella, quanto sei nobile, quanto sembri appartenere a tempi diversi. Anche oggi verrà il tramonto, quello che scende lentamente, e meno parli meglio è, e io sono muto e se parlo non sono affatto veramente me stesso. L’io non esiste, l’io è morto, è stato deportato in un’altra dimensione, di cui noi due possiamo fare a meno. Non tu ed io ma noi, non esiste alcun io. Voglio vedere meglio le tue mani, guardarle a lungo, per ore, per capire se sei nata genitori eminenti e se tu sei quella isola di armonia che vale molto più di ogni falsa pietra filosofale. Non parlare, non voglio conoscere la tua voce, non esprimere opinioni, non dare pareri, non raccontare della tua vita. Percepisco che tu sei circondata da strani angeli invisibili, in quanto ami Dio e Dio ama te. Si amano le anime e non si amano i corpi, si ama ciò che è impermanente, e non episodi passeggeri. Ora noi siamo qui, fermi, come le pietre.

 Roberto Minichini, Gorizia, ottobre 2024

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