venerdì 4 ottobre 2024

L'opaca realtà (Poesia di Roberto Minichini)


L’opaca realtà

Della civiltà digitale

Omologata

Artificiale

Quantitativa

Inutile

Che porta verso il regno oscuro

Del grande tiranno che verrà

Mentre i pellegrini mistici del divino

Non credono al falso paradiso del progresso

Alle nuove parole d’ordine

Alla propaganda martellante

Del migliore dei mondi possibili

E alle riscritture

Del catechismo dubbio dei modernisti

Si contemplano i misteri Ineffabili

Della unione di tutte le cose

A meditare in silenzio

Nudi, nei boschi ancestrali

Presso le tombe benedette

Di asceti, santi e uomini di Dio

Che hanno rinunciato al basso mondo terreno

In compagnia

Di coloro che vedono e capiscono

Dall’anima purificata ed illuminata

 

Roberto Minichini, Gorizia, ottobre 2024 

giovedì 3 ottobre 2024

Gelida l'atmosfera (Poesia di Roberto Minichini)


Gelida l’atmosfera

In un paesaggio spettrale

Dove la neve è padrona assoluta

Forse qui è stato concepito

Il pensiero che il mondo è eterno

E non abbia mai fine

Specchio dell’arcano

Che ricerca nell’inconscio

Sensazioni sepolte

L’entusiasmo non lo condivido

La gente è sempre in agitazione

Forse per coprire

L’abisso del proprio vuoto interiore

Nulla è interessante

Tutto già visto e rivisto

Forse il ciclo dell’eterno ritorno

Assomiglia a tutto questo

L’intero pianeta è un villaggio

Di pettegoli, bugiardi, ipocriti

Politicanti, settari, arrivisti

Edonisti, consumisti, egoisti

A me affascinano solo i santi

Che vivono di preghiere e virtù morali

E hanno abbandonato ogni speranza

 

Roberto Minichini, Gorizia, ottobre 2024

Timidi sguardi verso la bellezza esotica (Roberto Minichini)


Timidi sguardi verso la bellezza esotica. Lontana l’età verde degli impulsi sfrenati. Ci si guarda negli occhi, come fra persone che hanno forse l’anima in sintonia. Non ho più ricordi, tutto è al presente, in questo attimo. Tu sei sveglia e hai assistito all’alba. L’insensibilità coatta delle ambizioni smodate della società di massa ora qui non ci può raggiungere. Forse tutti e due vogliamo l’autenticità e non penose recite. Per quello il silenzio e gli sguardi sono un parlarsi assai saggio. Non dirmi il tuo nome, si conoscono spesso più a fondo le persone di cui ignora tutto ma di cui si percepisce la luminosa presenza. Quanto sei bella, quanto sei nobile, quanto sembri appartenere a tempi diversi. Anche oggi verrà il tramonto, quello che scende lentamente, e meno parli meglio è, e io sono muto e se parlo non sono affatto veramente me stesso. L’io non esiste, l’io è morto, è stato deportato in un’altra dimensione, di cui noi due possiamo fare a meno. Non tu ed io ma noi, non esiste alcun io. Voglio vedere meglio le tue mani, guardarle a lungo, per ore, per capire se sei nata genitori eminenti e se tu sei quella isola di armonia che vale molto più di ogni falsa pietra filosofale. Non parlare, non voglio conoscere la tua voce, non esprimere opinioni, non dare pareri, non raccontare della tua vita. Percepisco che tu sei circondata da strani angeli invisibili, in quanto ami Dio e Dio ama te. Si amano le anime e non si amano i corpi, si ama ciò che è impermanente, e non episodi passeggeri. Ora noi siamo qui, fermi, come le pietre.

 Roberto Minichini, Gorizia, ottobre 2024

Regnare sopra i fantasmi (Roberto Minichini)


Regnare sopra i fantasmi. Il sogno è questo. Mentre il fango sotto i piedi ferma ogni cosa. Ora, noi siamo ospiti brevemente del cosmo delle farfalle colorate, e ci esercitiamo nell’arte degli oracoli. Seduti sul tappeto della contemplazione, chiudere gli occhi e vedere chiaramente ogni cosa a distanza. Tutto è certamente vano, illusorio, dettato dall’ego, destinato ad infrangersi contro la legge inesorabile del tempo che passa. Rimane soltanto il volto dell’Eterno. I passeggeri sono pregati di scendere. Ed ogni bambino è già un vecchio pieno di rughe. Mentre il treno dell’assurdo e l’arte delle banalità ripetute ad ogni angolo fanno desiderare le montagne, i boschi e i prati dagli spazi infiniti e vuoti. Noi, che non possiamo più comunicare in nessuna lingua, perché ne conosciamo troppe.

 

Roberto Minichini, Gorizia, ottobre 2024