Abbiamo imparato
A stringerci la mano in silenzio
In quanto
Più si parla meno si capisce
E sono i giardini meravigliosi fatti di silenzi
Che danno significato ad ogni cosa
Roberto Minichini, Gorizia, dicembre 2024
Roberto Minichini è nato nel 1973 in Germania e vive a Gorizia. E' poeta, studioso di cultura tedesca, esoterismo, storia delle religioni e di astrologia. Per contatti: astrologominichini@gmail.com o la sua pagina Facebook
A stringerci la mano in silenzio
In quanto
Più si parla meno si capisce
E sono i giardini meravigliosi fatti di silenzi
Che danno significato ad ogni cosa
Roberto Minichini, Gorizia, dicembre 2024
Dotato di una aura strana
Liberato dalle banalità
Assai diverso, forse eccentrico
Con lo sguardo rivolto all’indietro
Praticava la levitazione
E l’amore sacro
Di notte, sognava, intensamente
Isole verdi lontani
Con alberi dai frutti abbondanti
Roberto Minichini, Gorizia, dicembre 2024
Solo una guida pura
Non asservita
Allo spirito del tempo
Mentre la falsa nuova dottrina
Onnipresente ed invasiva
Predica menzogne e capovolgimenti
L’adorazione del proprio ego basso
Ignorando l’esistenza di Dio
E del Giorno de Giudizio
Collaborando
Con le forze nefaste della modernità
Ignoranti metafisici venduti al potere
Che recitano la parte dei sapienti
Ripetendo le filosofie della miscredenza
Ci sono invece ancora esseri umani
Alla ricerca della luce profetica
Che non credono a poteri o ideologie
Invenzioni umane non rivelate
Non volendo sporcare la propria anima
Con peccati e relativismo morale
Sincretismi massonici e liberalismi laici
Tutto è vano e tutto è destinato a sparire
E conta unicamente
Il ricordo costante dei Nomi Divini
Prostrati verso la Mecca
Rifiutando ogni idolo ed ogni immagine
Ed ogni bandiera, partito o nazionalismo
Seduti nel deserto, vestiti di stracci e felici
A meditare, dormire, con il turbante in testa
Crescere figli di cui non si conoscono i nomi
E fare discussioni teologiche sempre più profonde
Roberto Minichini, Gorizia, dicembre 2024
Nelle dimensioni dell’abisso
Volare
Oggi
Domani
Per l’eternità
Con gli spiriti dei mistici teocratici
Mentre il vuoto cosmico
Avanza
Abbiamo ascoltato la sinfonia
Era noiosa
In quanto siamo ostili ad ogni musica
Sentito predicare il predicatore
Un eretico modernista liberale
Successivamente
Abbiamo assistito
Alla propaganda democratica evolutiva
E ci siamo addormentati, sognando il medioevo
Stufi della omologazione planetaria e delle banalità
Viviamo da monaci teocratici poligami pieni di figli
E siamo pure ascetici, bigotti ed iconoclasti
Non crediamo alla vita materiale
Nulla ci entusiasma
Nulla ci rattrista
Nulla ci cambia
Mai faremo a meno
Della nostra ferrea immobilità
Roberto Minichini, Gorizia, dicembre 2024
Quando una persona vive di menzogne
E il gioco dell’apparire continua
Dediti ad inganni ed illusioni
Passano molte esistenze sprecate
Quando la luce purissima della verità
Permette di ascendere
Verso piani dell’essere pieni di benedizioni
Ed abbiamo maestri spirituali fasulli
Che adorano il proprio ego come un idolo
Quando aprono bocca, mentono
Cercano solo gloria e seguaci
Ed insegnano arti di cui non sanno nulla
Piccole anime meschine
Chi non sa, parla di certi argomenti
Chi sa, tace e ride o piange
Chi ha ambizioni non può essere un maestro
E neanche chi cerca il consenso o l’approvazione
Civiltà delle immagini e dell’arrivismo
Del conformismo buonista e dei sorrisi finti
Capitalismo corrotto, edonista, amorale
Altrove si trova l’oro autentico
Delle scienze spirituali e morali antiche
Roberto Minichini, Gorizia, dicembre 2024
Verso le montagne sacre dell’estasi
A conoscere asceti ed eremiti
Abbiamo amore per i santi e i puri
Lontani dai progrediti ed illuminati
Qui non sono graditi giornalisti o politici
Esistono ancora spazi di libertà
Dove si può comunicare
Con le anime dei contemplativi defunti
Ed amare intensamente
In quanto l’eros è un fiore del paradiso
Anche i discorsi teologici sono gioia pura
E noi sappiamo conversare lungamente
In tutte le lingue
Ma anche tacere come muti per settimane
Non vogliamo ascoltare i miglioratori del mondo
Ma volare liberi come le aquile
Misticamente pietrificati
Roberto Minichini, Gorizia, dicembre 2024
Non si muove
Mentre chi parla di eterno
Si interessa assai
Di banalità contingenti ed effimere
O delle miserie e meschinità altrui
Alcuni maestri di saggezza insegnano
Che non esistono maestri di saggezza
In tempi in cui l’esoterismo è diventato
Un privilegio fasullo di masse oceaniche
Quasi una parola immorale
Ci sono monaci misantropi e quindi santi
Seduti di notte in cimiteri abbandonati
A contemplare
La futilità immatura delle ambizioni terrene
Roberto Minichini, Gorizia, dicembre 2024
Che perfetti non sono
Vogliono impressionare
Quando tutto è chiaro
In quanto ampia esperienza insegna
Che i perfetti sono il contrario
Della maschera che indossano
E gli alberi, che non mentono
E che non recitano
E che non aspirano a sogni irreali
Sono d’accordo
Roberto Minichini, Gorizia, dicembre 2024
Mentre si bisbigliava
Si faceva conoscenza
Volumi, assai interessanti
Che parlavano della storia della letteratura
Un regno solo per noi
In quanto le masse sono interessate ad altro
Possiamo cercare i libri su Thomas Mann
Uomo in fuga dalla tirannide
E dal dominio della quantità
Di una Europa vittima di totalitarismi
Il pensiero unico, ottuso, non ammette dissenso
Non importa l’ideologia, importa la mancanza di libertà
Ogni dittatura si inventa il suo falso catechismo
La realtà ridotta a formule banali, comprensibili a tutti
Il nostro Thomas Mann fu vittima
Della stupidità e della cattiveria
Di indottrinati del regno meccanico della quantità
Slogan, cartelli in piazza, bandiere in marcia
Ed ogni incubo diventa concepibile e reale
Mentre la polizia politica riforma il linguaggio
Ed impone un nuovo modo di parlare e scrivere
Gli idoli al potere
Si fotografano in mille pose
Ed ottengono il plauso delle masse
Le librerie espongono testi
Che insegnano il verbo dominante
Se si vuole fare strada nella vita
Bisogna salire sul carro dei vincenti del momento
Oppure avere dignità
E saper dire di no
Ai disastri della storia
E agli entusiasmi delle contingenze nefaste
Roberto Minichini, Gorizia, dicembre 2024
Ti devo comunicare
Cara mia
Che non sono mai riuscito
Ad essere un piccolo borghese
O un pettegolo
Entusiasta dei fatti altrui
Non lo sono mai stato
E non mi interessano neanche i fatti miei
O le mode ideologiche vincenti
Basate sul conformismo e le sciocchezze
Piuttosto mi piacciono gli gnomi magici
Che popolano i boschi e i campi
E le montagne innevate, gelide, siderali
Dove Zarathustra predica in solitudine
Il verbo dei puri e dei nobili d’animo
E mentre ho mille patrie
Non ne ho neanche una
Vado d’accordo solo con i poliglotti
Che conoscano almeno
Sette lingue e tre civiltà
E siano esperti
Di storia delle religioni tradizionali
Una volta ero un tedesco
Allevato da un aristocratico di antico stampo
Ma ora sono apolide e volo verso la luna
Abbandonando un pianeta di matti e totalitari
Dove tutti pensano ad avere ragione
E tutti hanno torto
Sono rari i filosofi, rarissimi
E non dare retta a giornali e televisioni
Che ogni giorno ti presentano
Mille falsi filosofi di regime
Al servizio del conformismo imperante
Rari sono i contemplativi
Come le pietre preziose
In una epoca di pietre volgari
Roberto Minichini, Gorizia, dicembre 2024
Si chiama, sempre
Purezza ed onestà
Amore profondo ed umiltà
Di creature che sanno
Che l’orgoglio
E la sete di potere
Non sono affatto virtù
E nei monasteri della teocrazia oscurantista
Tanti figli illegittimi senza cognome
In stato di follia amorosa abbiamo concepito
Ma chi non è in grado
Di dominare i suoi desideri e le sue passioni
Non è degno
Di aspirare alla compagnia degli angeli
E la luce cercata è una sola
Quella dell’abbandono della tracotanza
Credendo ancora alla esistenza
Di una isola di pace e libertà
Roberto Minichini, Gorizia, dicembre 2024
Luoghi discendenti, assai particolari
Andare a nuotare nella piscina
Delle giovani donne bellissime
Appassionate di teologia
E di pittura astratta
Quando ancora il sole
Era alto nel cielo e gioioso
Mentre le nuvole oscure
Delle menzogne e distorsioni
E del culto idolatrico dell’ego
Non erano moda massificata comune
Da incubo distopico squallido
Nuotare nella piscina estatica
In costumi succinti
E con il ricordo di tempi felici
Roberto Minichini, Gorizia, dicembre 2024
E ritornati, meditare, sui fatti e la gente
Osservare costoro
Sepolti in stato di povertà estrema
Alla fine del mondo conosciuto
O quasi
Nelle terre nordiche e germaniche
Antichissime tradizioni contadine
Di cui si hanno solo vaga memoria
In uno stato di fatalistica disperazione
Noia estatica, contemplazione involontaria
Strana e marginale parte della Germania
Dimenticata, ignorata, di mentalità assai provinciale
Ricordi di nonni ormai sepolti
A coltivare la terra che non concede frutti
E a recarsi in fabbriche che non pagano lo stipendio
Soltanto miserande tariffe minime
Vivere, come per caso
Per stare durante le serate distesi a raccontarsi
Tristi barzellette ascoltate mille volte
Forse hanno bisogno
Di maestri di vita e coach esistenziali
E di varie altre categorie
Assai di moda e sempre onnipresenti
Nella società consumista individualista arrivista
Ma che ne sanno costoro
Delle meraviglie progredite della civiltà moderna
Dove dietro i grandi sorrisi tracotanti
Si nascondono infinite ipocrisie ed angosce
Ambizioni insoddisfatte e manie di grandezza
Esoterismi a pagamento e spiritualità evolutive
Loro invece sono bucolici, rustici
Dei morti viventi non integrati, ma autentici
Una tribù di poche anime, gli ultimi rimasti
E il flusso di informazioni, di esperti, grande cultura e
civiltà
Analisti di geopolitica, intellettuali di successo
Artisti, guru, miglioratori della società
Si svolge lontanissimo da costoro
E non sanno di vivere in un paradiso grigio
Ruttare insieme a questi amici invecchiati
Ed avere le ascelle virili e puzzolenti
Farsi la doccia una volta ogni dieci giorni
Deve essere considerato un privilegio non meritato
Roberto Minichini, Gorizia, dicembre 2024
Mangia solo torte alla cioccolata con panna
Dipinge strani quadri
Agli occhi dei profani incomprensibili
Tace, tace, tace
Inutile interrogarlo
Ha perso l’uso della lingua
Chiude gli occhi
Mormora preghiere in una lingua ignota
Apre un libro tascabile e lo legge alla rovescia
Invece di parlare con la famiglia
Parla con le sue tartarughe
Brevi frasi ripetute all’infinito
Fra lunghe pause di silenzio assoluto
E si flagella di notte con la frusta
Per le eccessive fornicazioni commesse
La mattina si guarda allo specchio
Per vedere se c’è l’aureola
Ma non c’è mai
Roberto Minichini, Gorizia, dicembre 2024